A due giorni dall’approvazione in Consiglio dei ministri della norma per contrastare il caro-voli (contestata di essere “inutile e inefficace” per i consumatori), il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, incontra l’ad di Ryanair. E annuncia la sua disponibilità “a incontrare anche le altre compagnie” con l’obiettivo di “capire se il provvedimento può essere migliorato in conversione parlamentare”. Il ministro pertanto si dice pronto ad ammorbidire un testo che già adesso e tutt’altro che un peso per le compagnie aeree: riguarda solo Sicilia e Sardegna, solamente in casi eccezionali, prevedendo eventuali interventi solo quando gli aumenti che superano il 200% rispetto ai prezzi medi. Per le società, comunque, sarebbe “un pericoloso precedente” per “restringere gli spazi di libero mercato“, aveva subito commentato il presidente dell’Associazione italiana delle compagnie aeree low-fare, Alessandro Fonti.
La notizia dell’incontro mette sul piede di guerra le associazioni dei consumatori. “È sempre un bene confrontarsi con tutti, ma che incontri le compagnie aeree per capire se il provvedimento può essere migliorato” è una “pessima notizia”, afferma in una nota Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Se vuole capire come migliorare il testo – sottolinea Dona – dovrebbe incontrare chi rappresenta i viaggiatori, costretti a pagare prezzi astronomici per poter volare”. Il presidente dell’Unc ricorda, tra l’altro, che la soglia del 200% “non solo non troverà mai applicazione, ma rischia di diventare un incentivo a speculare fino al triplo della tariffa media del volo”. Per Dona, infatti, la norma andrebbe – anzi – potenziata: “L’algoritmo andrebbe vietato sempre, senza se e senza ma! E’ una pratica scorretta perché falsa il processo decisionale, il comportamento economico del consumatore medio, inducendolo ad assumere una decisione di natura commerciale che altrimenti non avrebbe altrimenti preso”, conclude.
Una posizione, ovviamente, totalmente opposta rispetto a quella dell’ad Ryanair che, subito dopo l’incontro con Urso, incalza: il decreto è “ridicolo, illegale, interferisce con le leggi del libero mercato secondo le norme Ue. Deve essere cancellato. L’Europa spazzerà via le norme italiane“. Intervistato da Repubblica, Eddie Wilson, si spinge anche a minacciare l’Italia di tagliare alcune rotte, cosa che porterebbe a un amento dei prezzi medi. Per l’ad della compagnia aerea irlandese, infatti, la decisione del governo italiano “vincola le nostre tariffe estive alla tariffa media di ogni volo. In questo modo – continua – ci invita a ridurre le nostre rotte, quando noi siamo solite aumentarle di continuo. Meno rotte e meno posti aerei porteranno a un aumento medio dei prezzi, e non alla loro flessione”. E sull’algoritmo che stabilisce i prezzi dei voli e sulla profilazione web dell’utente, Wilson ironizza: “Mio dio, non esiste nessun algoritmo e non ‘profiliamo’ i clienti, come potremmo? Chi lo pensa forse guarda un po’ troppo Netflix e non sa come funziona il mondo reale”.
Dichiarazioni, quelle del numero uno della compagnia aeree, che hanno “stupito” fonti del Ministero delle Imprese e del made in Italy, soprattutto “sull’inesistenza di meccanismi di profilazione. Sull’uso della profilazione nella vendita dei biglietti aerei sono disponibili ampie evidenze riportate da prestigiose riviste internazionali e l’America, e dunque non lo Stato sovietico, indaga il fenomeno già da molti anni”. Le stesse fonti aggiungono che resta la disponibilità “ad un confronto sereno e costruttivo per raggiungere soluzioni equilibrate per passeggeri e compagnie, tenendo però sempre al centro della nostra azione i diritti degli utenti, in particolar modo quelli di tutte le aree meno soggette alla concorrenza perché non raggiungibili con altre forme di trasporto”.