Fiammata estiva per il prezzo del gas che sul mercato di Amsterdam che fa da riferimento per gli scambi europei, supera i 39 euro al megawattora, con un rialzo del 27% rispetto a ieri. Più che il balzo in sé a preoccupare è quello che lo ha causato, ovvero le parole dell’amministratore delegato del colosso energetico tedesco Eon Leonhard Birnbaum. Il manager ha affermato che “la crisi non è ancora finita” e di guardare con preoccupazione al prossimo inverno. “La probabilità che si ripeta la crisi dell’ inverno 2022 è diminuita in modo significativo, come si può vedere anche nel mercato a termine”, ha dichiarato Birnbaum . “Ma dobbiamo essere chiari sul fatto che il cambiamento strutturale dovuto alla guerra russa in Ucraina e all’abbandono del gas russo nella fornitura dell’Europa rimarrà e quindi la crisi non è finita. Se le nazioni debbano ancora sovvenzionare i consumatori e le imprese con le loro bollette energetiche è qualcosa che ogni governo dovrà decidere poiché i mercati sono molto diversi”, ha affermato. A spingere ulteriormente al rialzo le quotazione è anche la possibilità di uno sciopero di lavoratori australiani che potrebbero interrompere le esportazioni di gas liquefatto.
I livelli di riempimento degli stoccaggi sono rassicuranti. La media europea è dell’87%, con l’Italia all’89% e la Germania al 90%. Tuttavia, come ricorda Birnbaum basta poco per far saltare equilibri ancora precari. L’Europa è riuscita a rimpiazzare una parte del gas russo soprattutto facendo ricorso al gas liquefatto (gnl) spedito via mare da Qatar e Stati Uniti che però costa di più ed è più “mobile”. Un conto è un gasdotto, un conto è una nave che può scegliere il porto in cui il carico è pagato di più. Rispetto agli stratosferici picchi raggiunti alla fine della scorsa estate (oltre i 300 euro) il prezzo del gas odierno è molto più vicino a valori storicamente “normali”. Rimane però quasi il doppio rispetto allo stesso giorno di due anni fa, quando di invasione dell’Ucraina neppure si parlava.