Un’istanza di scarcerazione per Matteo Messina Denaro potrebbe essere presto presentata dai suoi legali. Lo ha detto Alessandro Cerella, uno dei difensori del capomafia di Castelvetrano. “Analizzati i fatti e la documentazione, ci riserviamo di decidere la strategia più opportuna per presentare una istanza di scarcerazione”, ha spiegato il legale del foro di Vasto, in provincia di Chieti. Arrestato dopo una latitanza quasi trentennale lo scorso 16 gennaio, Messina Denaro è affetto da un tumore. Nelle scorse ore è stato trasferito dal carcere di L’Aquila, dove è recluso al 41bis, all’ospedale San Salvatore del capoluogo abruzzese, dove si è sottoposto a un intervento chirurgico per un’ostruzione “non strettamente legati al cancro”.

“Il ristretto è curato, è seguito in modo normale, ma abbiamo tanti altri casi seguiti dalle varie Asl abruzzesi”, ha spiegato il Garante dei detenuti dell’Abruzzo, Gianmarco Cifaldi. Il boss delle stragi si trova nell’unità di semi intensiva e ci resterà per 2 giorni. Ha superato la crisi iniziali ed è vigile, ha spiegato Cifaldi. “Il resto si deciderà sulla base delle condizioni generali post intervento”, ha chiarito il primario di Oncologia, Luciano Mutti. L’azienda sanitaria dell’Aquila sta lavorando a stretto contatto con il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria anche per garantire la sicurezza degli utenti che frequentano l’ospedale. “La degenza in ospedale dipende dalla combinazione tra il consulto sanitario e gli approfondimenti del Dap che deve valutare le azioni per garantire la sicurezza interna ed esterna – dice ancora Cifaldi – Tutte le azioni vanno a garantire i diritti costituzionali sia per il boss sia per tutte le persone libere”.

Quanto alla richiesta di scarcerazione annunciata dai difensori di Messina Denaro, in quanto il regime del 41 bis sarebbe incompatibile con le sue condizioni di salute, Cifaldi sottolinea: “Garantiamo il diritto alla salute con personale medico qualificato e tutte le Agenzie dello Stato stanno operando nel rispetto del dettato costituzionale, me compreso”. Dopo l’arresto il boss ha ringraziato il procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia, per le cure ricevute. “Io la devo ringraziare perché siete stati di parola, io non ho chiesto niente, lei mi ha visto e mi ha detto: Lei sarà curato”, ha detto Messina Denaro il 13 febbraio scorso, durante un interrogatorio lungo un’ora e 40 minuti. Il boss ha risposto ad alcune domande poste da De Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido: il verbale di quell’interrogatorio è stato depositato nei giorni scorsi.

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