Tutta colpa di esiste una pratica chiamata “brushing scam”: ecco di che cosa si tratta
C’è posta per te. Anzi, ci sono 100 pacchi per te (anche se non li hai mai richiesti). Quella che andiamo a raccontarvi è una notizia che ha davvero dell’incredibile. Fare acquisti online al giorno d’oggi, lo sappiamo, è davvero la normalità. Sono tanti del resto i colossi e-commerce che quotidianamente spediscono dal polo logistico centrale pacchi per tutto il mondo. Uno su tutti, Amazon. L’azienda leader nelle consegne in un giorno, con l’avvento di locker e punti di ritiro, riesce davvero a coprire in modo capillare tutte le zone. Cosa succede però se a ricevere il pacco è una donna che non ha mai ordinato nulla dal sito? È ciò che è accaduto a Cindy Smith, residente in Virginia (USA). Il corriere nei giorni scorsi le ha consegnato la bellezza di 100 pacchi spediti da Amazon. Ordini che Cindy non aveva mai effettuato. Una situazione perdurata alcuni giorni tra campanelli impazziti, pacchi ovunque e corrieri in tilt. A sorprendere Cindy anche il contenuto delle confezioni: oltre 1000 lampade frontali (proprio quelle che occorrono per correre alla sera), decine di binocoli per bambini e oltre 800 pistole incollatrici. Insomma: l’indirizzo per la spedizione era effettivamente il suo ma sulla bolla il nome riportato era quello di un uomo cinese a lei ignoto (Lixiao Zhang).
Uno sbaglio o un’azione voluta? La seconda opzione è quella corretta. Cindy potreste essere anche voi: esiste una pratica illecita chiamata “brushing scam”, ovvero l’apertura di account fittizi da parte di venditori presenti in piattaforma per accumulare recensioni positive a 5 stelle. Commenti, ovviamente, autopubblicati dal commerciante. Dal momento che chi riceve il pacco non ha nessun obbligo legale di restituire la merce e non ha alcuna spesa da sostenere, ecco che sorge il problema. La spedizione viene registrata come eseguita ed andata a buon fine. A quel punto il venditore può procedere con tutti gli step di valutazione richiesti dalla piattaforma Amazon per aumentare così il rating del proprio account. Caso diverso rispetto a quanto accaduto a Cindy. Il venditore (poi ammonito e bannato dalla piattaforma) avrebbe deciso di utilizzare questa strategia (inviare prodotti a indirizzi random) per svuotare i propri magazzini pieni. Scelta, la sua, che gli ha permesso di ridurre le spese rispetto al coinvolgimento di un’impresa esterna. Partendo dal presupposto che come già anticipato non è necessario restituire gli articoli ricevuti, Amazon ha provveduto attraverso il proprio sito a dare ulteriori informazioni in merito: “Se ricevi un pacco o un articolo che non hai ordinato, conferma innanzitutto che non si tratti di un regalo né di un ordine effettuato da amici o familiari. Se riscontri che il pacco ricevuto non è stato ordinato da te o da un tuo conoscente, segnalalo accedendo al modulo di segnalazione presente sul sito. È possibile anche contattare il Servizio Clienti per ricevere supporto nel segnalare il problema al team investigativo”. Un portavoce dell’azienda ha quindi spiegato ad Insider: “Su Amazon non c’è spazio per le frodi e continueremo ad adottare tutte le misure necessarie a proteggere il nostro store e a perseguire i trasgressori”.
Che fine ha fatto però tutta la merce ricevuta da Cindy? L’ha regalata a più persone possibili. “Sono andata in giro in macchina con le lampade frontali e le pistole incollatrici e le regalavo a tutti quelli che incontravo. Tutti i miei vicini le hanno ricevute. Le ho date ai rifugi per cani, alle cliniche veterinarie”, ha confessato Cindy all’emittente televisiva Wusa9. E ancora: “Un giorno sono perfino entrata in un Burger King dicendo: ‘Ho un regalo per voi. Fatevi sotto’”. Babbo Natale oggi ha un nome e un cognome. Quanta generosità, Sir. Zhang!