Media & Regime

È morto Riccardo Laganà, consigliere Rai eletto dai dipendenti: aveva 48 anni. “Ha dato voce a chi lavora nel servizio pubblico”

È morto improvvisamente per un attacco cardiaco il consigliere di amministrazione della Rai Riccardo Laganà. Le sue battaglie per il servizio pubblico lo hanno portato a venire eletto per due mandati consecutivi nel cda di Viale Mazzini. Solo quattro giorni fa, nella sua ultima intervista al Fatto, esprimeva preoccupazione per il fenomeno di lottizzazione della Rai “che scorda il merito” e auspicava una riforma per la radiotelevisione pubblica: “Forse la Rai così fa comodo a tutti. Ma se in futuro i vertici non saranno più nominati dai partiti, come ci ha ricordato con forza l’Europa, a cascata ne beneficerebbero pure le scelte interne”. Profondo cordoglio espresso da colleghi e mondo politico: “Ora siamo più soli”, ha commentato Riccardo Iacona.

Nato a Roma nel 1975, perito industriale capotecnico in elettronica e telecomunicazioni ed esperto in linee di telecomunicazioni e impianti, nel luglio 2018 Laganà era stato eletto componente del cda dall’assemblea dei dipendenti della Rai, ruolo in cui era stato confermato a giugno 2021. In Rai nel 1996, era tecnico della produzione del Centro di Produzione di Roma. Da sempre attivo per la tutela dei valori fondanti del servizio pubblico, Laganà ha collaborato con diversi movimenti e associazioni, tra le quali Articolo 21, Move On Italia, Associazione Stampa Romana, Libertà e Giustizia, Appello Donne e Media, Assoprovider, Libera Cittadinanza, Net Left. Nel 2011 ha creato la piattaforma web lndigneRAI con l’obiettivo di creare uno spazio aperto di ascolto e confronto sulla Rai e dibattere sulle principali questioni relative al servizio pubblico, in particolare in tema di lavoro. Nel 2015 ha costituito l’associazione Rai bene Comune diventandone presidente. Attivista e volontario nel campo della tutela e della salvaguardia degli animali e dell’ambiente, ha anche collaborato con diverse associazioni, dedicandosi, in particolare, anche alla formazione e agli aspetti divulgativi per lo sviluppo di una cultura del rispetto di animali e ambiente.

Cordoglio da parte dei vertici di Viale Mazzini. La presidente, Marinella Soldi, e l’amministratore delegato, Roberto Sergio, hanno espresso “profondo dolore” per l’improvvisa scomparsa di Riccardo Laganà, a nome di tutta “la sua Rai, di cui è stato orgogliosamente parte e che ha rappresentato nel Consiglio di amministrazione, dando voce a chi, con il proprio lavoro, fa vivere quotidianamente il Servizio Pubblico”. “Nel suo ruolo di Consigliere di Amministrazione – proseguono Soldi e Sergio – Laganà ha sempre rappresentato, con determinazione e fermezza, ma con lealtà e grandissimo senso di responsabilità, il punto di vista dei lavoratori Rai, per un’Azienda che desiderava fosse realmente un punto di riferimento autorevole per i cittadini e per la quale si è sempre speso generosamente in prima persona”.

Stenta a crederci Vittorio Di Trapani, presidente della Federazione nazionale della stampa ed ex segretario Usigrai: “Rigore, dignità, amore per la vita. Ogni forma di vita. Ha amato la Rai, ha onorato il servizio pubblico. Ogni giorno al servizio dei dipendenti e dei cittadini”. A Di Trapani si aggiunge la nota congiunta di Usigrai e Fnsi: “Denunciando sprechi, ingerenze della politica e degli agenti, ha sempre lottato per la valorizzazione delle professionalità interne alla Rai, ha contestato con forza scelte dei vertici che miravano al ridimensionamento di settori aziendali a favore di appalti – scrivono i sindacati – Ci mancheranno la sua forza, la sua integrità e il suo garbo. Da oggi tutti i dipendenti della Rai sono un po’ più soli”. Esprimono profondo cordoglio, anche a nome di tutta la comunità del Partito Democratico, i membri dem della commissione di Vigilanza sulla Rai. Laganà era un “persona di assoluta qualità e di spessore morale e professionale, nel Cda della Rai ha sempre saputo rappresentare la voce e lo spirito del pluralismo dell’informazione e di un servizio davvero pubblico. È stato per noi un interlocutore speciale, con cui abbiamo dialogato e ci siamo spesso ritrovati sulla stessa linea. È un giorno triste per la Rai e per tutti noi”, si legge nella nota.

Per la presidente della commissione, Barbara Floridia, parla di un uomo schietto, leale e profondamente legato all’azienda “a cui ha dedicato la sua vita”. “Solo pochi giorni fa c’eravamo sentiti per condividere principi e idee sempre per quella che appariva essere per lui una missione: la tutela e il miglioramento del servizio pubblico – commenta Floridia -. Con la sua scomparsa il Cda e la Rai intera perdono un vero militante del servizio pubblico“. Anche la nota del sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria, Alberto Barachini, esprime le condoglianze alla famiglia di Laganà: “L’impegno, la trasparenza e il coraggio di Riccardo Laganà sono un patrimonio da non disperdere”. “Dolore e sconcerto” per Angelo Bonelli, coportavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra. “Riccardo era un professionista di grande serietà – scrive in una nota – che ha sempre operato per gli interessi della Rai, vedendola come un bene comune. La sua passione e dedizione mancheranno enormemente”. Su Twitter, il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, parla di “perdita grande per l’azienda pubblica radiotv e per tutti coloro a cui sta a cuore l’informazione libera”. “Ora siamo più soli”, ha commentato Riccardo Iacona.

Nell’ultima intervista al Fatto, rilasciata solo pochi giorni fa, Laganà ha espresso preoccupazione per il fenomeno di lottizzazione della Rai “che scorda il merito”, auspicando una riforma: “Forse la Rai così fa comodo a tutti. Ma se in futuro i vertici non saranno più nominati dai partiti, come ci ha ricordato con forza l’Europa, a cascata ne beneficerebbero pure le scelte interne”. Il consigliere Rai si era anche schierato contro la chiusura di Insider, il format di Roberto Saviano: “Non capisco cosa ci sia di ‘aziendale‘ nella scelta di non mandare in onda un programma già registrato che parla di mafia, criminalità organizzata attraverso pentiti e testimoni di giustizia – aveva detto, facendo riferimento alla puntualizzazione dell’ad Sergio, che ha chiarito che la scelta fosse motivata da ragioni aziendali e non politiche -. A chi giova non trasmettere un programma già realizzato? Quali sarebbero le specifiche norme del codice etico che si ritengono violate nel contenuto del programma cancellato?”. Nel documento inviato a tutti i colleghi dopo la sua conferma nel cda Rai, nel giugno del 2021, aveva parlato della “necessità di affrancarsi dagli interessi dei partiti”, di aumentare “l’attenzione per le sedi regionali” e “di ridurre il gender gap e la lotta alle discriminazioni”. Lo stesso anno, in occasione della polemica di Fedez dal palco del primo maggio, aveva affrontato il problema della censura in Rai: “Di censure tentate e riuscite la RAI ne ha viste parecchie per opera di vecchi Direttori Generali e Direttori di Rete”.