Attualità

Combattimento tra Musk e Zuckerberg in Italia: “C’è l’ok di Meloni”. Sgarbi: “Si faccia al Colosseo, vale 150 milioni”. Calenda: “Allucinante”

Possibile che i due miliardari, conosciuti in tutto il mondo, salgano su un ring per darsi dei ceffoni? Da settimane Elon Musk (fino a ieri l’uomo più ricco della Terra, scalzato da Bernard Arnault solo dopo l’infelice acquisizione di Twitter) e Mark Zuckerberg se le stanno suonando, ma a distanza. La tenzone – al momento a colpi di tweet e comunicati – è iniziata a fine giugno, quando a sorpresa Musk ha lanciato la sfida – combattimento di arti marziali miste (MMA) in una gabbia – subito raccolta da Zuckerberg. Non solo: l’inventore di Tesla e SpaceX aveva detto di volerla trasmettere su X, cioè Twitter, col nuovo nome scelto dall’imprenditore sudafricano, specificando che “tutti i proventi saranno devoluti alle organizzazioni che aiutano i veterani”. Di oggi la novità, che ha del clamoroso: Musk ha rivelato di aver parlato con Giorgia Meloni e Gennaro Sangiuliano, che gli avrebbero concesso “una location epica” nel centro di Roma.

Come detto, da fine giugno i due giganti della tecnologia – che si sono scontrati per anni sulle opposte visioni del mondo, dalla politica all’intelligenza artificiale – si stanno provocando in vista del duello. Zuckerberg, che è specializzato nel ju-jitsu e spesso pubblica video di suoi combattimenti, ha risposto sui social con uno screenshot del messaggio di Musk, seguito dalle parole “inviami la posizione”. Lo scambio ha suscitato una raffica di reazioni e scommesse sul vincitore, con il proprietario di Meta risultato come il chiaro favorito. Successivamente sempre Zuckerberg sul suo account di social media Threads (il cui lancio ha intensificato ulteriormente l’animosità tra i due) ha scritto: “Non dovremmo usare una piattaforma più affidabile che possa effettivamente raccogliere fondi per beneficenza?”. Dal canto suo Musk, a inizio agosto ha detto che si stava allenando per il combattimento sollevando pesi. “Non ho tempo per allenarmi, quindi li porto solo al lavoro”.

Pochi giorni fa Zuckerberg ha incalzato il rivale, dichiarando che starebbe evitando la sfida sul ring (la data sarebbe il 16 agosto). Musk ha scritto poche ore dopo che avrebbe dovuto sottoporsi a una risonanza magnetica al collo e alla parte superiore della schiena e che potrebbe essere necessaria un’operazione prima che possa aver luogo un combattimento. A luglio aveva detto che una placca di titanio sulla sua spina dorsale avrebbe forse avuto bisogno di essere rinforzata. Musk aveva subito un infortunio mentre provava il sumo, specialità delle arti marziali giapponesi.

Per dare veridicità a una vicenda obiettivamente assurda, è sceso in campo, ieri, il presidente della federazione di arti marziali miste della Ultimate Fighting Championship, Dana White, secondo cui il combattimento varrebbe un miliardo di dollari di pubblicità. Ma non è finita qui: White, intervistato nel podcast ‘Hotboxing’ di Mike Tyson, ha dichiarato di aver incontrato “un team del ministero della Cultura italiano per organizzare il duello al Colosseo”. L’ipotesi in effetti era circolata a fine giugno sui giornali stranieri, ma all’epoca il ministero aveva smentito il contatto formale. Finché non arriviamo al presente, cioè l’annuncio di Musk su Twitter: “Ho incontrato la presidente del Consiglio italiana e il ministro della Cultura, che hanno acconsentito. L’incontro si farà e verrà trasmesso qui su X e su Meta. I proventi andranno alle associazioni di veterani”. Nel pomeriggio, però, è arrivata la smentita di Sangiuliano: “Ho avuto una lunga e amichevole conversazione con Elon Musk, abbiamo parlato della comune passione per la storia dell’antica Roma. Stiamo ragionando su come organizzare un grande evento benefico e di evocazione storica, nel rispetto e nella piena tutela dei luoghi. Non si terrà a Roma. Ma soprattutto è previsto che un’ingente somma, molti milioni di euro, sia devoluta a due importanti ospedali pediatrici italiani per il potenziamento delle strutture e la ricerca scientifica per combattere le malattie che colpiscono i bambini”.

Nella vicenda è intervenuto anche il sottosegretario del ministero della Cultura, Vittorio Sgarbi, che al contrario del ministro ha espresso il proprio entusiasmo: “Non vedo perché il Colosseo non debba essere dato a Musk e Zuckerberg, i quali sono pronti a offrire una cifra ragguardevole. Il mio parere? È favorevole, visto che possiamo chiedere una cifra milionaria. Loro offrono 100 milioni e io suggerisco di chiudere a 150 milioni. Magari con poco pubblico presente, tanto ci sono le dirette streaming e online”. “Trovo semplicemente allucinante che il patrimonio culturale italiano venga messo a disposizione di due miliardari che vogliono darsele come adolescenti idioti – gli ha risposto Carlo Calenda – Altro che amor patrio e rispetto per la propria storia. E non è una questione di quanto pagano. Ci sono cose che semplicemente non sono in vendita“.