Cresce la tensione in Niger. Migliaia di sostenitori del regime militare che ha preso il potere dopo il golpe si sono radunati vicino alla base militare francese di Niamey. I filo-golpisti scandiscono slogan ostili a Parigi, secondo quanto raccontato dai giornalisti dell’Afp. “Abbasso la Francia, abbasso l’Ecowas”, hanno urlato i manifestanti. “Faremo partire i francesi. L’Ecowas non è indipendente, è una manipolazione della Francia, c’è un’influenza esterna”, ha detto Aziz Rabeh Ali, membro di un sindacato studentesco che sostiene il regime militare. Tutto questo a 24 ore dall’annuncio della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale che, dopo il vertice di giovedì, ha dato il via libera a un possibile intervento militare per reinsediare il presidente deposto il 26 luglio Mohamed Bazoum. Lo stesso presidente che i golpisti minacciano di uccidere in caso di attacco. Un nuovo vertice è stato fissato per domani, 12 agosto, in Ghana, nella capitale Accra.

Da quando hanno preso il potere, i militari hanno puntato il dito contro la Francia, accusandola di aver influenzato la decisione presa dall’Ecowas di attivare e dispiegare la sua “forza d’attesa” in Niger per ripristinare l’ordine costituzionale. Parigi, alleata del Niger prima del colpo di Stato, ha schierato nel Paese circa 1.500 uomini, impegnati con l’esercito nigerino nella lotta contro i gruppi jihadisti che minano gran parte del Sahel.

Intanto la Russia ha ribadito di essere contraria a un intervento armato per risolvere la crisi in Niger, ritenendo che potrebbe provocare una “forte destabilizzazione della situazione nella regione del Sahara-Sahel“. Lo ha affermato il ministero degli Esteri in un messaggio postato sul suo sito ufficiale e ripreso dall’agenzia Ria Novosti. La Russia, si aggiunge nel messaggio, è invece favorevole a “sforzi di mediazione” da parte dell’Ecowas, la comunità degli Stati dell’Africa occidentale.

L’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk, si dice “estremamente preoccupato” per le condizioni in cui vengono “arbitrariamente detenuti” il presidente del Niger, Mohamed Bazoum, sua moglie e suo figlio. “Rapporti credibili che ho ricevuto indicano che le condizioni di detenzione potrebbero costituire un trattamento inumano e degradante, in violazione del diritto internazionale sui diritti umani. Ho ricevuto segnalazioni secondo cui l’energia elettrica è stata interrotta” e Bazoum e i suoi familiari “non hanno accesso all’acqua potabile pulita – a causa delle temperature calde in Niger – e alle medicine necessarie”, aggiunge Turk, secondo cui “i responsabili della detenzione del presidente devono garantire il pieno rispetto e la protezione dei diritti umani suoi e di tutti gli altri detenuti”.

Lo staff dell’organizzazione umanitaria Human Rights Watch ha parlato con il presidente deposto del Niger Mohamed Bazoum e con altri a lui vicini: “Non ho elettricità dal 2 agosto e nessun contatto con altre persone dal 4. Non posso ricevere parenti o amici che ci portano cibo ed altri rifornimenti. Mio figlio è malato, ha un serio problema cardiaco e deve vedere un medico. Si sono rifiutati di fargli ricevere cure mediche”, ha affermato il leader deposto il 26 luglio, rinchiuso con la moglie e il figlio da 16 giorni nella sua residenza. A denunciare le condizioni in cui è tenuto è anche il suo ex vice capo di gabinetto Moussa Oumarou. Secondo quanto si apprende i leader golpisti tengono reclusi un centinaio di membri del deposto governo.

(in alto una foto d’archivio)

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