Si scrive “ambulatorio ad accesso diretto”, si legge “pronto soccorso a pagamento“. È la nuova frontiera della sanità privata e, guarda caso, ha trovato il perfetto terreno per attecchire proprio in Lombardia. La Regione, amministrata continuativamente dal 1994 da giunte di centrodestra, è testimone da tempo di uno sviluppo folgorante della sanità privata che ha saputo cogliere le opportunità offerte, suo malgrado, dall’inefficienza del servizio pubblico, colpito da anni di depotenziamenti. Tra i settori che più manifestano la loro sofferenza c’è quello di medicina d’emergenza urgenza, costretto a fare i conti con una sistemica mancanza di risorse. In questo contesto nasce la “sperimentazione” dell’ambulatorio ad accesso diretto all’interno delle strutture Sanitarie del Gruppo San Donato, accreditate con Regione Lombardia. Dopo i milanesi Galeazzi-Sant’Ambrogio e Policlinico San Donato, e il bresciano S. Anna, l’ultimo ospedale del Gruppo a vedere nascere il nuovo servizio di pronto soccorso a pagamento è il Policlinico San Marco di Zingonia, Bergamo. Con 149 euro, i cittadini lombardi che se lo possono permettere avranno la possibilità di usufruire di visite mediche, trattamenti ed esami diagnostici, senza bisogno di prenotare e di fare lunghe file al pronto soccorso pubblico. Naturalmente, specificano sul sito del Gruppo, “i costi relativi a eventuali esami diagnostici di 1° e 2° livello e strumentali stabiliti dallo specialista a seguito della visita” non sono compresi.
Negli ambulatori ad accesso diretto verranno erogate prestazioni sanitarie che non hanno carattere di urgenza. Quelli che in pronto soccorso sono considerabili codici bianchi e verdi, per intendersi – e che per gli esperti della Medicina di emergenza-urgenza sono spesso i codici in cui si annidano problematicità molti insidiose e non facilmente riconoscibili. Al posto di aspettare il proprio turno nei pronto soccorso pubblici, allo stremo per la mancanza di organico e la mole di lavoro a cui sono costretti dall’assenza di risorse e investimenti, si può pagare. E così, il problema scompare, dal lunedì al venerdì, dalle ore 7:30 alle 18:00.
Le “sperimentazioni” messe in piedi dal Gruppo San Donato non sono esperienze inedite nel panorama sanitario lombardo. Già da anni è attivo a Milano Codice Verde: il servizio di pronto soccorso privato, dedicato ai codici minori e prestazioni chirurgiche, ha l’intento, si legge sul loro sito, “di offrire un’alternativa a tutti coloro che altrimenti dovrebbero attendere ore nelle sale d’attesa del pronto soccorso”. Lo scorso maggio a Brescia, sulla falsariga, è nato BresciaMEd. Entrambe sono strutture totalmente private, al di fuori del Ssn. Una differenza netta rispetto agli ospedali del Gruppo San Donato che sono strutture sanitarie accreditate: centri medici privati che hanno stipulato una convenzione con il Ssn e dunque forniscono prestazioni sanitarie, richiedendo al cittadino il solo pagamento del ticket. Una volta effettuata la visita, il Ssn procede con il rimborso alla struttura sanitaria privata. Non sarà il caso del ambulatorio ad accesso diretto, che sarà totalmente privato, ma con il nuovo servizio introdotto dal Gruppo pavese, per la prima volta il pronto soccorso per ricchi fa capolino nella sanità pubblica.