8266 firme. Con questo numero importante i cittadini del Friuli Venezia Giulia insieme con l’Associazione Luca Coscioni, che ha promosso la raccolta di sottoscrizioni, hanno chiesto alla Regione una legge per l’aiuto al suicidio assistito, abbracciando la proposta “Liberi subito”. I militanti dopo un corteo partito da Piazza Cavana e arrivato in Piazza Oberdan, hanno depositato le firme raccolte sul territorio per una legge regionale di iniziativa popolare. La proposta di legge mira a regolamentare l’aiuto medico alla morte volontaria, garantendo a chi ne fa richiesta tempistiche e procedure certe.

“La proposta – ha dichiarato Matteo Mainardi, coordinatore nazionale della campagna – mira a evitare ulteriori casi come quello della signora ‘Anna’, protagonista di un iter per l’accesso all’aiuto medico alla morte volontaria che conta a oggi 280 giorni di attesa, caratterizzato da un lungo e doloroso calvario causato dall’ostruzionismo dell’azienda sanitaria prima di vedere riconosciuto il proprio diritto”. “280 giorni sono un tempo che molte persone non hanno – specifica – Per questo la nostra proposta di legge oggi è un regalo che facciamo alla Regione a cui chiediamo una discussione al più presto”.

La donna triestina di 55 anni è affetta da sclerosi multipla. La sua storia nei giorni scorsi ha riacceso il dibattito sul tema: la donna ha finalmente ottenuto una prima risposta determinata dalla verifica delle sue condizioni da parte della “Commissione per l’accertamento dei requisiti SMA” dell’azienda sanitaria ASUGI, che ha verificato la presenza dei requisiti necessari per l’accesso alla morte volontaria assistita. Ora manca solo il parere del Comitato Etico competente per ASUGI.

Dopo la consegna delle firme, ora i prossimi passaggi per la discussione della legge, si legge in una nota, sono quattro. Entro l’11 ottobre 2023, la Regione, attraverso la Commissione di Garanzia Statutaria, si esprimerà sull’ammissibilità della proposta di legge regionale; nei successivi sette giorni la decisione della Commissione di Garanzia verrà inviata al presidente del Consiglio regionale e pubblicata sul Bur. Quindi, entro 10 giorni dalla pubblicazione sul Bur, il governatore assegna la discussione della proposta di legge alla Commissione competente che ha otto mesi per poter discutere la proposta.

Chiediamo ai consiglieri regionali una presa di coscienza e di consapevolezza, basata sull’evidenza che sul fine vita l’Italia si sta avvicinando alla Svizzera senza che il Parlamento si occupi della materia. Anche le singole regioni possono legiferare sul tema. Grazie al coraggio delle persone malate che come ‘Anna’ hanno agito alla luce del sole, alle azioni di disobbedienza civile e all’esercizio della responsabilità professionale di medici e giudici esistono già oggi precedenti giudiziari e amministrativi utili per accogliere legalmente in Italia le richieste di aiuto al fine vita da parte dello stesso segmento di popolazione che ottiene legalmente l’eutanasia in Olanda. Occorre solo rendersene conto e produrre delle regole mirate a evitare lunghi calvari”, dichiarano Filomena Gallo e Marco Cappato.

Il Friuli non è l’unica regione ad aver avviato questo iter, fanno sapere i promotori in una nota. La Regione Abruzzo, come già fatto da Veneto, Emilia Romagna e Toscana, ha già ritenuto che le norme contenute nella proposta di legge rientrino nelle sue competenze e siano rispettose della Costituzione italiana. Oltre a queste anche Sardegna, Puglia e Marche hanno depositato la pdl, ma tramite l’iniziativa di alcuni consiglieri regionali, così da rendere non necessaria la raccolta firme. Analoga proposta verrà depositata in Basilicata e Lazio, Grazie all’azione dei Comuni. Il Piemonte invece sta completando la raccolta firme necessarie.

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