La trasparenza e la riconoscibilità dei messaggi pubblicitari, la tutela dei minori, il divieto di messaggi discriminatori e di hate speech: sono alcune delle regole del Testo unico dei servizi di media audiovisivi alle quali dovranno attenersi anche gli influencer. È l’obiettivo della consultazione pubblica approvata all’unanimità dal Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni: il presupposto è che influencer, vlogger, streamer, creator, producono e diffondono contenuti – su cui hanno responsabilità editoriale – tramite web e social e quindi sono assimilabili alle emittenti tv. L’impatto sempre più ampio che gli influencer hanno su utenti e consumatori ha spinto diversi Paesi europei ad avviare iniziative regolamentari: di qui la mossa dell’Agcom, anche per favorire “una maggiore trasparenza e consapevolezza nei confronti degli stakeholder e del pubblico”. Secondo l’avvocato Eugenio Prosperetti, esperto di diritto dei media e information technology e docente informatica giuridica alla Luiss, “equiparare gli influencer ai media è un provvedimento dirompente. Quale sarà il criterio tra l’amatore che utilizza Youtube e l’influencer professionale con una società già strutturata. Inoltre gli obblighi a cui si dovrà sottoporre saranno gli stessi dei media tradizionali? Si va ad agire su un delicato equilibrio tra autonomia dell’individuo della manifestazione del pensiero e attività commerciale che invece va regolata”.