Per il secondo anno consecutivo, la laguna permanente più grande del Parco nazionale del Doñana, area protetta del sud della Spagna dichiarata Patrimonio dell’Umanità Unesco, è rimasta completamente secca. Si concretizza così il pronostico delle scorse settimane del Consiglio Superiore per le Ricerche Scientifiche spagnolo (Csic), il massimo organismo pubblico nazionale in questo ambito. In una nota pubblicata da quest’ultimo, si legge che un prosciugamento completo della laguna di Santa Olalla per due estati consecutive è un fatto grave e del tutto inedito, visto che non si era mai verificato da quando esistono dati disponibili in merito, ovvero circa 50 anni. La situazione della laguna rappresenta un enorme rischio per la biodiversità connessa a questo habitat naturale, nello specifico per specie animali come pesci o tartarughe.
Il Parco del Doñana da diversi anni è minacciato, come l’intero sud della Spagna, da episodi sempre più gravi di siccità estrema come quello in corso da mesi, ulteriormente aggravato da determinate attività agricole illegali. Nella nota del Csic si avanza una richiesta urgente per la “riduzione della quantità totale di acqua che viene estratta dalla falda acquifera” presente nella zona, una misura che permetterebbe di ripristinare livelli “che consentano di arrestare il degrado dello spazio naturale”. La gestione talvolta illecita delle attività agricole nei pressi del circondario del Doñana, spesso oggetto anche di aspre dispute politiche nel dibattito interno al Paese, è finita nel mirino degli esperti. La Spagna in passato è stata anche condannata dalla giustizia europea per non essere intervenuta sugli abusi che si consumavano nella zona del parco.