L’acqua che esce dai rubinetti di Andora, comune della riviera ligure di ponente, è salata e non può essere utilizzata né per bere né per cucinare. Prosegue da oltre un anno la crisi idrica che ha colpito il comune che rientra nella provincia di Savona, ma attinge dall’ambito territoriale ottimale di Imperia per quanto riguarda l’approvvigionamento dell’acqua. Il consorzio che gestisce l’acquedotto è Rivieracqua, società partecipata di cui fanno parte i comuni dell’Ato, tra i quali (per il 5%) Andora: “Ma quest’anno che la carenza idrica non è dovuta alla siccità, nessuno considera seriamente le nostre richieste – denuncia il sindaco Mauro Demichelis – per questo abbiamo anche fatto un esposto in Procura”. La tesi del primo cittadino è che l’acqua, quest’anno, sarebbe sufficiente, se non fosse che gli altri comuni della provincia non pongono restrizioni sull’uso e, di fatto, non consentono all’acquedotto di Andora di sommare ai suoi pozzi (salati), i circa 3.000 metri cubi di acqua necessari a soddisfare le richieste della città a forte vocazione turistica e balneare. È stato anche noleggiato un dissalatore, che rende potabile e elimina il sale dalle tubature dell’acquedotto, ma non funziona adeguatamente a causa dello scarso quantitativo di acqua che non è sufficiente ad alimentarlo. Così il settore turistico del paese ha subito enormi danni e molti residenti di seconde case hanno rinunciato alle proprie vacanze, consapevoli che oltre al disagio di doversi rifornire d’acqua dalle botti disseminate per il paese, l’acqua salata rovina i tubi condominiali e degli stessi appartamenti, oltre a rendere impraticabile l’uso di lavatrici e lavastoviglie.
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