La Procura di Genova ha chiesto il rinvio a giudizio di 14 persone accusate di stalking (atti persecutori) in concorso, istigazione a delinquere e minacce aggravate nei confronti di Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive all’ospedale San Martino del capoluogo ligure, uno dei medici più presenti sui media durante la pandemia di Covid-19. A comunicarlo è lo stesso Bassetti con un post su Facebook: “Sono lieto di apprendere che è stato notificato al mio legale il decreto di fissazione di udienza preliminare, per il prossimo 13 novembre, per 14 persone che, negli ultimi mesi del 2021, mi avevano molestato, minacciato e reso vittima di atti persecutori sul cellulare”, scrive. “L’indagine”, ricorda, “aveva preso le mosse dalle mie numerose denunce-querele depositate in Procura dopo la pubblicazione del mio numero di cellulare personale sul canale Telegram di matrice no vax denominato “Basta dittatura” nell’agosto di quell’anno”.

In particolare, in uno dei capi d’imputazione pubblicati dal medico, si legge che un utente del canale (con circa quarantamila iscritti), commentando la notizia dell’aggressione subita dal virologo nell’agosto 2021 da parte di un attivista no vax, aveva scritto: “Doveva farlo fuori… uno di meno”. E ancora, sotto il post che riportava la presenza di Bassetti a un evento a Vibo Valentia, scriveva: “Calabresi fategli la festa a Matteo”, istigando “pubblicamente i membri del canale a rendersi autori di reati di violenza contro la persona”, scrive la Procura.

Altri imputati invece devono rispondere di stalking perché, “contattandolo a tutte le ore del giorno e della notte sulla sua utenza telefonica privata, pubblicata in data 29 agosto 2021 sul canale Telegram da un soggetto non identificato, cogliendo l’invito dell’amministratore del gruppo a contattare il noto virologo e a dare conto sul detto canale, nell’ambito della conversazione dal titolo “Preparazione indirizzi case delle merde criminali”, delle azioni vessatorie compiute (…) minacciavano e molestavano Matteo Bassetti in modo da cagionargli un perdurante stato d’ansia e di paura, da ingenerare nel medesimo un fondato timore per l’incolumità propria e dei prossimi congiunti e da costringerlo ad alterare le proprie abitudini di vita (limitare l’uso del telefono non rispondendo a numeri sconosciuti e non memorizzati in rubrica, ridurre le occasioni di partecipazione in presenza ai congressi, rinunciare a uscire con la famiglia)”.

Il tutto, scrive Bassetti citando gli atti, “nell’ambito di un’azione finalizzata a colpire i rappresentanti istituzionali e i sostenitori delle misure governative da Covid e, in particolare, della campagna vaccinale anti-Covid, attraverso l’individuazione e la persecuzione di figure bersaglio” tra cui il sottoscritto “simbolo a livello nazionale della campagna vaccinale anti-Covid”. E conclude: “Come già avevo anticipato, andrò fino in fondo per ottenere giustizia certo che, di là delle simpatie e delle ideologie, debba sempre sussistere il limite invalicabile del rispetto della dignità delle persone“.

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