“I carciofi al posto dei fiori in chiesa? Era una battuta di nostra madre”. Intervistato dal Corriere della Sera, Cristiano Murgia, fratello della scrittrice Michela, morta a 51 anni la scorsa settimana, ha ricordato come l’idea di addobbare con ortaggi la Chiesa degli Artisti a Roma, il luogo dove si sono svolti i funerale della sorella, è stata la realizzazione pratica di una battuta che la madre di Michela e Cristiano diceva sempre ai propri figli. “Quando capiterà a me, non spendete i soldi in grandi cose, mi mettete dentro una cassettina di carciofi e io sono a posto”.
Cristiano ha dunque ricordato diversi momenti della vita assieme alla sorella e ai familiari, dal trasferimento da Cabras verso la costa del Sinis, un luogo che si animava solo d’estate, dove la madre aveva aperto un negozio di artigianato. “Quando il pullmino ci portava a scuola, lei era già leader del gruppo”, racconta Cristiano.
Il cinquantenne poi evoca le lunghe escursioni organizzate dalla sorella nei dintorni, perfino a Tharros, ancora senza ingresso a pagamento, e la “cultura” che si sono fatti leggendo i libri che vendeva mamma. “Era peggio di mia madre. Quando avevo le fidanzatine non andavano mai bene”, sottolinea ironicamente Cristiano. Infine la grande devozione alla scrittura della sorella: “Io mi alzavo presto per andare a lavorare, alle 5, e lei era ancora sveglia a scrivere i suoi libri”. Il Campiello (per Accabadora ndr)? “Normale che lo vincesse, era il frutto del suo lavoro”.