Un altro appello alla pace, l’ennesimo visto che “il frastuono delle armi copre i tentativi di dialogo“. Papa Francesco torna a parlare di Ucraina. Lo fa durante l’Angelus di Ferragosto, il giorno in cui i cattolici festeggiano l’Assunzione di Maria al cielo. Ed è proprio rivolgendosi alla Madonna che Bergoglio torna a parlare di pace: “Oggi affidiamo a Maria Assunta in Cielo la supplica per la pace, in Ucraina e in tutte le regioni lacerate dalla guerra, sono tante purtroppo”; ha detto il pontefice affaggiandosi alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano, dopo la recita dell’Angelus con i fedeli e i pellegrini riuniti in Piazza San Pietro.
L’offensiva di pace – Poi Bergoglio ha aggiunto: “Il frastuono delle delle armi copre i tentativi di dialogo. Il diritto della forza prevale sulla forza del diritto. Ma non lasciamoci scoraggiare, continuiamo a sperare e a pregare perché Dio, è Lui che guida la storia, che ci ascolti”. Un passaggio, quello delle armi che coprono ii tentativi di dialogo, che è chiaramente rivolto alla questione Ucraina e alla missione del cardinale Matteo Zuppi. Su mandato della Santa Sede l’arcivescovo di Bologna è già andato a Kiev e a Mosca, portando avanti quella che Bergoglio ha definito di recente una “offensiva di pace“. “Stiamo facendo tutto ciò che è in nostro potere per garantire che ogni membro della famiglia che chiede il ritorno dei propri figli possa farlo –ha detto di recente Francesco – Per questo, sto pensando di nominare un rappresentante permanente che faccia da ponte tra le autorità russe e ucraine. Per me, in mezzo al dolore della guerra, è un grande passo”. Da Kiev, però, hanno rifiutato più volte il ruolo del Vaticano come mediatore, preferendo guardare alla Cina e alla Turchia. Proprio a Pechino, tra l’altro, sarà inviato Zuppi, che di recente è stato anche a Washington: anche la Santa Sede, insomma, sa che la tregua in Ucraina non potrà essere trovata senza coinvolgere le due potenze sullo sfondo del conflitto. Proprio oggi, tra l’altro, il cardinale Zuppi firma un editoriale su Avvenire in cui scrive: “La religione della guerra – come anche ogni guerra di religione – apparirà sempre più come un disturbo mentale da curare. La guerra deve diventare insopportabile”.
Gli altri fronti – Nell’Angelus di oggi, però, il Papa ha specificato che la sua preghiera per la pace riguarda non solo Kiev ma anche tutte “le regioni lacerate dalla guerra”. Parole pronunciate a poche ore dall’arrivo di Pietro Parolin in Sud Sudan. Il cardinale Segretario di Stato è arrivato ieri, 14 agosto, a Juba, delegato dal pontefice per incoraggiare il processo di pace. Secondo quanto riferiscono i media locali Parolin ha ribadito che “promuovere l’unità tra le persone farà sì che il Paese costruisca una società armoniosa”. Il Segretario di Stato vaticano ha incontrato il presidente del Sud Sudan Salva Kiir e ha consegnato un messaggio da parte del Papa che all’inizio dell’anno aveva compiuto una storica visita proprio in Sud Sudan.
Le parole a favore del volontariato – Nel resto dell’Angelus il Papa ha parlato del servizio agli altri e del volontariato: “Aiutare costa, a tutti noi. Lo sperimentiamo anche noi, nella fatica, nella pazienza e nelle preoccupazioni che il prendersi cura degli altri comporta. Pensiamo, ad esempio, ai chilometri che tanti percorrono ogni giorno per andare e tornare dal lavoro e svolgere molte mansioni a favore del prossimo; pensiamo ai sacrifici di tempo e di sonno per accudire un neonato o un anziano; e all’impegno nel servire chi non ha da ricambiare, nella Chiesa come nel volontariato. Io ammiro il volontariato“. Poi il pontefice ha invitato i cristiani a evitare “musi lunghi” e “lamentele“. “La lode aumenta la gioia. La lode è come una scala: porta in alto i cuori. La lode eleva gli animi e vince la tentazione di abbattersi. Avete visto la gente noiosa, quella che vive del chiacchiericcio, è incapace di lodare. Domandatevi: io sono capace di lodare?”, ha chiesto il Papa. Che poi ha aggiunto: “Quanto fa bene lodare ogni giorno Dio, e anche gli altri! Quanto fa bene vivere di gratitudine e di benedizione anziché di rimpianti e lamentele, alzare lo sguardo verso l’alto invece che tenere il muso lungo. Le lamentele… c’è gente che si lamenta tutti i giorni”.