La Corea del Nord torna a minacciare una guerra nucleare nella penisola asiatica. E stando alle parole del suo ministro della Difesa, Kang Sun-nam, che ha parlato ai partecipanti dell’XI Conferenza di Mosca sulla sicurezza internazionale, si tratta di un epilogo inevitabile del mai pacificato conflitto tra Pyongyang e Seul. “La guerra nucleare nella penisola coreana – ha detto – non è più una questione di se ci sarà, ma di chi la inizierà e quando”.

Parole che creano nuova apprensione se si considerano le esercitazioni e i lanci di missili che periodicamente si registrano da parte dello Regno Eremita. “La mania della guerra nucleare da parte degli Stati Uniti e dei burattini della Repubblica di Corea sta trasformando la penisola coreana e l’Asia nordorientale in un nuovo focolaio di guerra nucleare”, ha poi aggiunto Kang Sun-nam nel suo discorso alla sessione plenaria sulla ‘Sicurezza nella regione Asia-Pacifico’.

Un clima che riporta a quello del giugno scorso, quando 120mila persone si sono riunite nella capitale nordcoreana, in occasione delle celebrazioni per il 73° anniversario dalla Guerra di Corea, per manifestare contro “l’imperialismo statunitense” e promettendo una “guerra di vendetta”. “L’intero continente americano è nel nostro raggio di tiro” e “gli Usa imperialisti sono il distruttore della pace”, erano solo alcuni degli striscioni apparsi in uno stadio gremito. Alle manifestazioni hanno preso parte anche i segretari del Partito governativo dei Lavoratori della Corea.

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