Politica

Maggioranza divisa su extraprofitti e alleanze in Ue, Tajani risponde a Meloni: “No all’unanimismo. Le Pen? Preferisco Macron”

“No all’unanimismo”. La tassa sugli extraprofitti delle banche – e il modo in cui è stata decisa – agitano ancora la maggioranza di governo. A tenere banco è l’intervista (a Corriere, Repubblica e Stampa), con cui ieri la premier Giorgia Meloni ha rivendicato la scelta: “L’ho decisa io”, ha detto senza tanti giri di parole. Parole che non sono piaciute né alla Lega né a Forza Italia. Ma, se per i primi i malumori si sono limitati al fiume carsico di dichiarazioni anonime alla stampa, per i secondi il dissenso è esplicito. E il vicepremier Antonio Tajani oggi torna a criticare la presidente del Consiglio. Anche in questo caso si tratta di una intervista multipla, concessa al Messaggero e al Corriere della Sera: “Per noi lo Stato deve stabilire le regole, ma non deve essere interventista”, dice il segretario degli azzurri. Che aggiunge: “Un dibattito serio sui contenuti può solo rafforzare l’alleanza e non mette in crisi la coesione. La consultazione preventiva su ogni aspetto della attività di governo – dice – è il metodo necessario per rafforzare i nostri successi”.

Ora Forza Italia punta a modificare la norma. “Chiediamo – dice ancora Tajani – di escludere dalla tassazione quelle banche che non sono sotto il controllo della Bce. Sono i piccoli istituti”. E poi, “ci impegneremo perché la tassazione sia fiscalmente deducibile. Infine: deve essere una misura una tantum”. “A settembre – annuncia ancora il vicepremier – chiederemo poi un tavolo specifico con i rappresentanti delle banche, perché il confronto è necessario”. Dalle pagine del Corriere lo stesso vicepremier cerca di ridurre la portata dello scontro e butta acqua sul fuoco: “Questa vicenda non ha a che fare con la stabilità del governo, su moltissimi temi siamo in sintonia”, assicura. “Capisco quello che dice Giorgia, ma resto della mia idea”, afferma Tajani chiedendo maggiore coinvolgimento.

Ma gli extraprofitti delle banche non sono l’unico terreno di scontro di questa pausa estiva dei lavori parlamentari. La maggioranza si mostra divisa anche sulle alleanze in vista del voto europeo del 2024. Su questo il leader di Forza Italia è netto e risponde ancora a Meloni che ieri aveva lasciato aperte le porte a Marine Le Pen: “Le Pen? Preferisco Macron. Non è questione di veti, ma di realtà. Noi, in quanto partito del Ppe, non potremmo mai accettare un’intesa con partiti anti-europeisti come quello di Le Pen o l’AfD”. E aggiunge: “Difficile pensare a una maggioranza che non sia composta da popolari, conservatori, liberali e magari socialisti in posizione defilata”.