L'ex volto del Tg1 si racconta al settimanale "Oggi", intervistato da Alberto Dandolo
Ogni giorno tiene compagnia a milioni di telespettatori. Alberto Matano, padrone di casa de “La Vita in Diretta“, a lungo ha preferito mantenere riservata la sfera privata, fino allo scorso anno quando si è unito civilmente con l’avvocato Riccardo Mannino: “Non ho mai voluto raccontare le mie cose, al di là di compagna o compagno, sono sempre stato molto discreto fin quando ho potuto, considerando il lavoro che faccio. Penso che un giornalista che fa il telegiornale, che rappresenta ‘il’ Tg, sia solo un tramite e non sia tenuto a raccontare la propria vita”, ha spiegato l’ex volto del Tg1 al settimanale “Oggi“, intervistato da Alberto Dandolo.
L’arrivo nel pomeriggio di Rai1 ha però cambiato tutto, con il suo coming out in diretta: “In quei giorni la legge sull’omofobia era in discussione al Senato. Ho sentito un calcio nello stomaco, una ferita che si è riaperta. Ho avvertito il bisogno di dire la mia. Questo è stato il motore di tutto. Poi io e Riccardo ci siamo sposati e quindi è diventato inevitabile l’aspetto pubblico”. Una storia, quella con Mannino, che era nota ai suoi colleghi (“Sono sempre stato libero. Tutte le persone con cui lavoravo, dai direttori ai colleghi di redazione, conoscevano Riccardo”) ma ammette che c’è anche chi ha usato la sua vita privata per colpirlo: “Non posso dire che siano state tutte rose e fiori. Ogni tanto c’era quel rumore di fondo… È chiaro che se qualcuno voleva colpirmi – non trovando altri spunti – ha utilizzato anche questo argomento in modo più o meno esplicito. A un certo punto però me ne sono fregato”.
Dopo quindici anni insieme, il matrimonio che definisce “qualcosa di importante, inaspettato, cruciale, bellissimo”. Nozze favorite dall’amica Mara Venier: “Una sera a cena ha cominciato a dirci: ‘Ma cosa aspettate a sposarvi?‘. Riccardo ha preso il telefono e ha iniziato a cercare una data. È cominciata la corsa contro il tempo per organizzare tutto in un mese e mezzo. La ringrazio ancora perché è stato il clic che mancava per portarci a questo passo”.