L'attore scrive una lettera al "Corriere della Sera" per denunciare la chiusura di un gruppo a lui dedicato a causa di espressioni ritenute, dall'algoritmo di Facebook, volgari
“Cosa ho fatto io a Mister Mark Zuckerberg e ai suoi algoritmi?”. Lino Banfi scrive al Corriere della Sera per lamentare la chiusura di un gruppo a lui dedicato. Il motivo? Le espressioni tipiche dell’attore, che vengono usate dai fan all’interno di quella community, sono reputate volgari dall’algoritmo. Queste le parole di Banfi: “I miei ammiratori si scambiano idee, video, messaggi, usando il linguaggio banfiota e in questo linguaggio ci sono esclamazioni come ‘Porca putténa, disgrazieto maledetto, ti metto l’intestino a tracollo’… Quest’ultima volta la chiusura è stata motivata dall’esclamazione ‘Picchio De Sisti’! Tutto viene cancellato, il gruppo annullato e si deve ricominciare da zero…”.
La lettera dell’attore prosegue con l’ironia che contraddistingue l’artista: “In pratica, caro direttore, per dirla garbatamente, papéle papéle, cosa ho fatto io a Mister Mark Zuckerberg e ai suoi algoritmi? Ci ho messo più di 60 anni per far parlare il mio linguaggio a tutti, mi chiamano Maestro, mi danno i premi alla carriera e questo mi spegne tutto! Ma come si permette ‘sto arcimiliardario maledetto che chi chezzo lo conosce? Arrivati a questo punto, se vuole la guerra, mi sfogo! CHEZZO! CHEPO DI CHEZZO! Ti metto i menischi nella scapolomerale! Ti spezzo il capocollo e te lo metto a tracollo! PORCA PUTTÉNA per tre volte e, dulcis in fundo: MI SONO ROTTO LE PELLE. E adesso fatemi pure arrestare”.