Salute

Farmaci per curare o per uccidere? Così ho trascorso il Ferragosto con PainKiller

Ho trascorso l’intero giorno di mezza estate su indicazione della mia amica Sabrina Giannini a seguire le sei puntate su Netflix del racconto di un “farmaco”, l’Oxycontin, commercializzato in Usa con indicazione clinica di utilizzo nei casi di dolori acuti o terminali.

Uno dei tanti scandali che periodicamente coinvolge le Aziende Farmaceutiche e spesso le avvicina alle Aziende che producono armi. Morte per curare o morte per uccidere?

La serie PainKiller è sicuramente avvincente e racconta della scalata della “famiglia” del dott. Sackler nella produzione e vendita a qualunque prezzo di un oppiaceo che ha portato ad un numero elevato di morti per overdose in quanto il farmaco, prescritto in modo fraudolento da medici compiacenti, veniva frantumato e sniffato come droga.

Le accuse, il processo, gli avvocati della difesa e dell’accusa, le telefonate influenti fino ai vertici del Paese che si proclama il più libero del mondo non hanno permesso fino ad ora di sospendere e cancellare la produzione di “droga legalizzata” su prescrizione medica.

La famiglia Sackler ha dovuto risarcire sei miliardi di dollari e cedere l’azienda, ma comunque si stima un loro patrimonio di undici miliardi di dollari. Nessun membro della famiglia è stato accusato delle morti per Oxycontin.

Ad oggi il prodotto è distribuito in tutto il mondo, compreso in Italia.

Spero che il ministero della Salute italiana abbia passato come me circa cinque ore estive per imparare argomenti utili ai cittadini e che possa attuare dei controlli sul numero di prodotto distribuito annualmente nel nostro Paese. Troveremo medici compiacenti come negli Stati Uniti?

Mi sono venuti in mente due altri momenti.

Il primo che ha come protagonista la dott.ssa di Brest Irène Frachon, vi consiglio il film “150 mg. quanto morti?”, che è riuscita a far ritirare dal mercato un antidiabetico orale, il Mediator, che veniva utilizzato anche con proprietà dietetica e che portava a gravi complicanze cardiovascolari.

Il secondo mi ha visto coinvolto per lungo tempo per cercare di far almeno sospendere, come era successo in Francia e Germania, un altro antidiabetico, l’Actos, che creava possibili complicanze tumorali. Mi domandavo, avendo altri farmaci ugualmente efficaci e molto meno costosi, per quale motivo si dovesse usare quello e venderlo come ancora accade con il SSN. Non era utile comunque sospenderlo in via precauzionale?

In Italia spesso si parla in modo difficile per non far capire, come l’Azzeccagarbugli di manzoniana memoria. A me invece piace dire sempre quello che penso e questo mi pone con orgoglio al fianco di medici come me – e fra essi faccio entrare a pieno titolo nel mio Vicolo degli Onesti il dott. Ermanno Leo, chirurgo oncologo di nota fama, che ha detto: “Le multinazionali gestiscono il problema farmaco fregandosene che i morti non sono assolutamente diminuiti, anzi, perché il problema che tutti sanno che la soluzione del cancro non sarà legato alla chemioterapia.”