È dai tempi dello scioglimento della Democrazia cristiana, nel 1994, che lo scudo crociato bianco rosso accompagnato dalla scritta “Libertas” viene conteso tra gli eredi politici della “Balena bianca”. A quasi trent’anni di distanza, la saga si arricchisce di un nuovo capitolo. Il Tribunale di Roma, infatti, ha respinto il ricorso di Salvatore Cuffaro e della sua associazione non riconosciuta “Democrazia cristiana”, decidendo che il famoso scudo resta all’Udc del segretario Lorenzo Cesa.

Come si legge nell’ordinanza del giudice Paolo Goggi, è “fondata” l’eccezione sollevata dal partito guidato da Cesa – assistito dall’avvocato Gianni Galoppi – secondo cui Cuffaro e “la sedicente Dc che sostiene di rappresentare” sono “privi di qualsivoglia legittimazione ad agire, in quanto l’associazione non sarebbe espressione dello storico partito” e Cuffaro “non sarebbe in alcun modo legittimato ad agire quale suo rappresentante”.

Il giudice rileva come l’ex senatore ed ex presidente della Regione Sicilia non abbia offerto “idonea dimostrazione dei poteri di colui che nel ricorso afferma essere il segretario amministrativo del partito”. E nemmeno, aggiunge, ci sono “elementi sufficienti da cui poter desumere la necessaria continuità associativa” fra l’associazione di Cuffaro e “e lo storico partito della Democrazia cristiana”. E quindi il diritto a utilizzare lo scudo crociato come simbolo resta all’Udc.

Fallisce quindi l’ambizione di Cuffaro di riunire lo scudo crociato con la Dc. “Non presenteremo ricorso“, commenta l’ex senatore, affermando che l’operazione ha senso “solo se tutte le diverse anime di ispirazione democristiana troveranno le ragioni per farlo e per tornare insieme, ma è una decisione politica”. “Per quanto riguarda noi – aggiunge -, abbiamo già il nostro simbolo e il nostro nome che nessuno può toglierci. Andiamo avanti col nostro segno al quale ci siamo affezionati, che è stato riconosciuto e convalidato dal ministero degli Interni e apprezzato dagli elettori e che ci sta dando grandi soddisfazioni“, conclude.

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