Politica

Salario minimo, i promotori: “Raccolte quasi 300mila firme”. Aderisce anche il sindaco di Lecce

Mentre continua la raccolta firme per chiedere al governo di introdurre un salario minimo per legge, le opposizioni rivendicano di aver quasi raggiunto quota 300mila sottoscrizioni sul sito www.salariominimosubito.it. Ad annunciare il nuovo traguardo nella campagna, sono stati per i primi i dem che su Facebook hanno risposto alle accuse di irregolarità: “Stamattina i giornali di destra attaccano la nostra raccolta firme, insinuando dubbi ridicoli. Vi tranquillizziamo, le firme doppie e i nomi di fantasia vengono rimossi e non conteggiati“, si legge su Facebook. “Sapete perché ci attaccano? Perché tutti insieme stiamo facendo questa battaglia. Grazie alla vostra partecipazione e ai partiti di opposizione (Azione, AVS, +Europa, M5s) che stanno mobilitando migliaia si persone insieme al Pd. Lo fanno perché hanno paura della vostra forza e di una misura a sostegno di 3,5 milioni di lavoratrici e lavoratori. Andiamo avanti, non ci fermiamo. Firmate e invitate a firmare”. E chiudono: “PS: ci avviamo verso le 300mila firme“.

Intanto, tra chi ha annunciato la sua adesione c’è anche il sindaco di Lecce di centrosinistra Carlo Salvemini. “Ho firmato anche io” per chiedere l’introduzione della soglia minima per legge. “Già presente in tutti i Paesi del G7, in 25 dei 38 membri dell’Ocse, in 22 stati della Ue. Una misura che serve per contrastare il fenomeno dei lavoratori poveri, cioè quei circa tre milioni di concittadini la cui retribuzione li espone ad una condizione di forte privazione rispetto a spese fondamentali”. E ha aggiunto: “Sostenere questa petizione significa fare gli interessi di chi ha più bisogno di vedersi riconosciuta una retribuzione sufficiente ad assicurare a sé e alla propria famiglia un’esistenza libera e dignitosa. Per questa ragione dovrebbe vedere tutte le forze politiche unite. Salari giusti rendono il Paese più forte e coeso“.

L’ex ministra del Lavoro M5s Nunzia Catalfo, intervistata da Fanpage, ha rilanciato: “L’obiettivo è raccogliere quante più firme possibili. Ascoltare e coinvolgere i cittadini e i lavoratori è un dovere per chi siede in Parlamento. A giudicare dalla risposta di questi primi giorni, in cui è stato tagliato il traguardo delle 200mila firme, mi sembra che quello del salario minimo sia un tema molto sentito da tutti. Soprattutto da alcune fasce della popolazione come giovani e donne. Spero che Meloni e la sua maggioranza non restino sordi”. Per Catalfo “Meloni sbaglia” quando contrappone contrattazione collettiva e salario minimo perché “l’art. 2 della nostra pdl rafforza la contrattazione: c’è scritto che per definire una retribuzione proporzionata e sufficiente ai sensi dell’art. 36 della Costituzione si deve guardare ai contratti collettivi nazionali stipulati dai sindacati e dai datori di lavoro comparativamente più rappresentativi a livello nazionale. La soglia minima di 9 euro lordi l’ora che noi individuiamo entra in gioco solo nel caso in cui il suddetto Ccnl abbia un trattamento minimo inferiore“.