Cinema

Roman Polanski compie 90 anni: un totem del cinema mondiale, tra capolavori, scandali e accuse di violenza sessuale

Luca Barbareschi, produttore e amico da 50 anni, gli ha fatto il regalo più bello, anzi due

di Januaria Piromallo

C’è tanta vita nei 90 anni di Roman Polanski, è come se ne avesse vissuti il doppio. Luca Barbareschi, produttore e amico da 50 anni, gli ha fatto il regalo più bello, anzi due. Il primo è stato il docufilm HomeTown, uscito quest’anno, di struggente nostalgia dove Roman per la prima volta slaccia i fili del suo Olocausto. . Il secondo cadeau si chiama “The Palace”, nel cast Fanny Ardant e il redivivo Mickey Rourke, prodotto dallo stesso Barbareschi e dalla Rai, sarà presentato il 2 settembre al Festival di Venezia e dal 28 settembre al cinema. E’ la prima volta in cui il maestro Roman (guai a chiamarlo cosi) si confronta con il genere commedia/brillante/sarcastica. Ambientato a Gstaad, eremo ad alta quota di riccanza e stravaganze. Roman con il suo occhio scrutatore prende in giro questo mondo da jet set “disarmato” davanti alle più nere profezie del Capodanno del 2000.

Il suo esordio come regista avvenne nel 1962 con il thriller “Il coltello nell’acqua”, che fu selezionato come miglior film straniero agi Oscar. La statuetta se l’aggiudico’ Fellini con Otto e mezzo, fu comunque per Roman una gran bella soddisfazione. Una carriera zeppa di successi, con “Il Pianista” nel 2002 ha vinto la Palma d’oro a Cannes e 3 Oscar, tra cui migliore regia, miglior attore protagonista e migliore sceneggiatura.

Tra gli ultimi capolavori, campioni d’incassi, “La Venere In Pelliccia”, interpretato da una straordinaria Emmanuelle Seigner che nella vita e sua moglie e madre dei loro due figli Morgana e Elvis. Altro monumento al Grande Cinema è il film “L’Ufficiale e la Spia”, coprodotto sempre da Luca Barbareschi. Uomo mite e gentile, non ha mai alimentato le polemiche e quando nel 2017 l’Académie des arts et techniques du Cinéma, gli offrì la Presidenza dei Premi César

Roman preferí rinunciare per non fomentare il coro di proteste da parte delle associazioni femministe. L’accusa risale al 1977, quando la giustizia americana accusò l’allora quarantatreenne Polanski di violenza nei confronti della tredicenne Samantha Gailey. Il regista scontò 42 giorni di carcere prima del pagamento della cauzione. Roman lasciò gli Stati Uniti e se ne andò in Francia, dove non viene applicata l’estradizione nei confronti dei propri cittadini.

Roman e Barbareschi ancora in sinergia in “HomeTown”. Roman ritorna a Cracovia e sbroglia la sua matassa di tragici ricordi: il suo migliore amico di 12 anni fu deportato nei campi di sterminio, ma ancora non si conosceva l’esistenza. Poi davanti ai suoi occhi prelevarono la sorella e la madre, non le rivide mai più. Roman riuscì’ a nascondersi. Finita la guerra, si mise a fare lo strillone per vendere giornali. Con i soldi racimolati, si pagava il biglietto per andare al cinema. Il seme del genio incominciò da lì a dare i suoi frutti. Qualche mese fa la vittima dell’allora accusa di violenza sessuale, Samantha, con suo marito sono stati a Parigi, non era la prima volta che si incontravano con Roman e Emmanuelle. Lei lo ha perdonato da subito ed è stata tra le prime ad augurargli “Buon compleanno Roman!”.

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