L’omaggio dell’attrice Iaia Forte alla poetessa Patrizia Cavalli è potente. Una pagina distesa, stropicciata, nascosta e ritrovata nell’intimo. Nuova come lo sono le emozioni che rinascono quando incontriamo qualcuno in ciò che ci ha lasciato, e ha lasciato al mondo. Parole che si fanno voce, espressione, immaginario. Anche silenzio. S’intitola “Vita Meravigliosa” lo spettacolo che il 26 agosto al teatro comunale apre, con la presenza della cantautrice Diana Tejera, l’edizione numero 37 del Todi Festival. Uno dei principali appuntamenti culturali in Umbria che fino al 3 settembre ospita eventi di teatro, musica, letteratura e arti visive in dialogo fra loro. Elementi vivi di un percorso di contaminazione che privilegia opere inedite, debutti nazionali ed esclusive regionali presentando ogni giorno appuntamenti diversi.
“Chi legge il programma di Todi Festival può pensare che sia stato scritto ancora una volta a più mani, in più riprese. Non si sbaglia”, spiega il direttore artistico Eugenio Guarducci. “Questo ritmo incalzante di scene, musiche, versi, colori, movimenti è frutto di una progettualità che raccoglie ciò che oggi l’arte ha saputo trasferirci con stupore e meraviglia”.
Ancora una volta il lavoro di composizione del festival è estraneo a un filo rosso. Non esiste perché non è stato nemmeno cercato. A dimostrare questa apertura alla contemporaneità senza schematiche divisioni di generi è la collaborazione con Ugo La Pietra, pittore, designer, architetto, scultore e fondatore di riviste che hanno contribuito al dibattito critico su temi quali la produzione industriale, il design e il concetto di abitabilità. La mostra temporanea “Effetto randomico”, nella Sala delle Pietre, curata da Marco Tonelli e promossa dalla Fondazione Progetti Beverly Pepper, espone circa 40 sue opere fra arte e sostenibilità, individuo e contesto urbano. E coglie dell’opera di La Pietra il suo messaggio e la sua funzione: la convivenza fra cultura e ambiente, il difficile rapporto fra architettura e natura.
Torniamo al debutto nazionale di “Vita meravigliosa – omaggio a Patrizia Cavalli” con Iaia Forte anche in veste di drammaturga e Diana Tejera. Nasce dal ricordo personale dell’attrice ma vola in tutti gli spazi che la poesia fa propri: “Ho conosciuto Patrizia Cavalli molti anni fa grazie a Carlo Cecchi, durante le prove del Sogno di una notte d’estate di Shakespeare da lei tradotto”, racconta. Aggiunge emozionata: “Il tempo trascorso insieme era sempre prezioso, divertente, speciale. Da quando non c’è più, rileggo quasi ogni giorno le sue poesie”.
Il 27 agosto un altro debutto nazionale. Ma questa volta in scena è la danza contemporanea di Edoardo Guarducci con Cornelia Dance Company. “What’s your nAim?” è un invito a riflettere sulla dinamica sociale che induce a circoscrivere e limitare la propria identità a un nome. Spesso frutto di pressioni, ambizioni e pretese di origine genitoriale.
Lo spazio alla prosa è il 28 agosto con un altro debutto nazionale: “Vecchi tempi”, di Harold Pinter, diretto da Pierpaolo Sepe con Lisa Galantini, Sara Bertelà, Roberto Biselli. La trama: marito e moglie, Deeley e Kate, discutono di una donna, Anna, all’interno della loro abitazione. Passato e presente, inquietanti e alterati, divengono una mescolanza di elementi di difficile interpretazione. Ogni personaggio sembra portatore di un sistema di verità a sé stante, ugualmente affidabile e credibile, che per lo spettatore diventa impossibile schierarsi e prendere posizione rispetto ai protagonisti.
Si passa quindi alla musica. Il 30 agosto, in piazza del Popolo, il primo live in Umbria di Madame, la più giovane vincitrice della Targa Tenco per il miglior album d’esordio e per la miglior canzone. Altra esclusiva regionale, il 31 agosto, lo spettacolo “Il presente che qualcuno chiama futuro”, un dialogo con Marco Camisani Calzolari, pioniere di cultura digitale dal 1995. Docente universitario di Comunicazione, inviato di Striscia La Notizia, il suo è un format di confronto con il pubblico sui temi del mondo digitale.
Il primo settembre, sempre in esclusiva regionale, il concerto di Bio-Blind International Orchestra, che accoglie musicisti non vedenti e ipovedenti fra i 12 e i 65 anni. Fondata da Alfredo Santoloci, docente di sassofono al conservatorio Santa Cecilia di Roma l’orchestra affronta le difficoltà legate alla mancanza della vista con l’ausilio della tecnologia. Il rapporto visivo fra il direttore e i musicisti è infatti sostituito dal contatto uditivo: “Traduco la gestualità – spiega Santoloci – con parole sussurrate via microfono che i musicisti recepiscono attraverso le auricolari”.
E si torna alla prosa, con il debutto nazionale il 2 settembre de “Le volpi” di Lucia Franchi e Luca Ricci che ne cura anche la regia. Protagonista della pièce è la provincia italiana: un microcosmo in cui osservare le dinamiche di potere che scivolano in un meccanismo autoassolutorio. Legittimo riservarsi qualche esiguo tornaconto personale dopo essersi tanto impegnati nella gestione della cosa pubblica? In scena Antonella Attili, Giorgio Colangeli, Luisa Merloni.
Grande chiusura del festival il 3 settembre con il drammaturgo e divulgatore pop Stefano Massini e il cantante Luca Barbarossa. “La verità, vi prego, sull’amore” intreccia storie e canzone d’autore. L’amore sotto la lente d’ingrandimento, l’amore sul banco degli imputati, l’amore sul lettino dell’analista, l’amore sulla partitura dell’orchestrale. L’amore che ci circonda ovunque sempre. Ma che è così difficile da definire. A volte anche da cogliere.