A Carrefour-Fueilles, località di Haiti a pochi chilometri dalla capitale Port au Prince, 10mila persone hanno dovuto abbandonare la loro casa in seguito all’attacco di una banda criminale. Una guerriglia durata tre giorni: l’offensiva dei gruppi armati del movimento Grand Ravin, guidato da un boss conosciuto come Ti Lapli, è avvenuta fra il 12 e il 15 agosto e ha causato la morte di almeno 30 persone, fra cui due agenti di polizia, decine di feriti e la distruzione di beni immobili e automezzi.

I media haitiani hanno intervistato vari sfollati rifugiatisi nel Gymnasium Vincent della capitale che hanno narrato scene da incubo di violenza e terrore, causate dall’azione di uomini armati senza scrupoli, autori di molti abusi sessuali nei confronti delle donne. In attesa che la situazione torni a una relativa normalità, la protezione civile di Haiti ha inviato nella zona di maggiore affluenza degli sfollati automezzi con cibo, acqua, medicine e generi di prima necessità.

Il quartiere di Carrefour-Feuilles è una zona strategica per le mafie che controllano il Paese caraibico. Secondo la Rete nazionale per la difesa dei diritti umani (Rnddh) e le Nazioni Unite, dall’inizio del 2023 ad Haiti sono state uccise più di 2.400 persone a causa della dilagante violenza delle bande, tra cui oltre 350 in linciaggi da parte di gente del posto e gruppi di vigilantes.

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