La Federazione Internazionale di Scacchi (Fide) ha deciso che le donne transgender non potranno partecipare ai tornei di scacchi femminili di alto livello, deliberando in merito al caso di una giocatrice che ha effettuato la transizione da uomo a donna e stabilendo che “non ha il diritto di partecipare a eventi ufficiali Fide per donne”.
Il regolamento entrerà in vigore il prossimo 21 agosto e durerà due anni, nel corso dei quali un’apposita commissione si occuperà di esaminare più approfonditamente la questione in vista di una decisione definitiva. La mossa della Fide ha però scatenato polemiche tra professionisti e professioniste degli scacchi e non, in particolare perché escludere donne trans significa implicitamente ammettere che il sesso biologico maschile offra un qualche vantaggio nel gioco. Il che risulta decisamente problematico quando si parla di uno sport basato sulla logica e sulla capacità di proiezione come appunto gli scacchi.
Yosha Iglesias, trans francese di 35 anni riconosciuta come donna dalla Fide, parlando con il Times ha definito la decisione “straziante”. “Non c’è alcun vantaggio biologico. Non si tratta di biologia, ma di sociologia, psicologia e di sessismo, di aggressività” da parte della Fide, ha commentato. “Dicono di non essere contro i trans, di lottare per proteggere lo sport femminile, anche se a loro non interessa affatto lo sport femminile”. A farle eco è la deputata laburista britannica Angela Eagle, vincitrice nel 1976 del campionato per giocatrici under 18. “Questo divieto è ridicolo e offensivo per le donne”, ha dichiarato alla Bbc, “non ci sono vantaggi fisici per gli uomini negli scacchi, a meno di pensare che i maschi siano naturalmente più portati a giocare a scacchi delle femmine”, ha chiarito.
Gli eventi scacchistici per sole donne sono stati istituiti proprio per incoraggiare la presenza femminile in uno sport da tempo monopolio maschile e non esistono dunque gare corrispettive esclusivamente maschili. In base alle nuove regole, quindi, le giocatrici transgender potranno competere solamente nei tornei open. Gli scacchi entrano così nel dibattito sulle sportive transgender e sulla loro possibilità di competere nei tornei femminili. Solo il mese scorso la Federazione Internazionale Ciclismo ha stabilito che le trans non possono accedere alle gare femminili, mentre appena pochi giorni fa la federazione World Aquatics ha annunciato il debutto in una categoria open riservata ai transgender per i mondiali di Berlino dal 6 all’8 ottobre. La decisione non ha incontrato il favore della Lesbian and Gay Association (LSVD), che ha parlato di una “terza categoria esclusiva”. “Inclusione significa, soprattutto, appartenere e non essere separati“, ha dichiarato Mara Geri del consiglio federale della Lsvd. “Siamo sorpresi che la creazione di una categoria speciale sia venduta come un successo di inclusione”.