Salute

La pillola anticoncezionale è cancerogena? Ecco cosa dice l’ultimo studio dell’università di Oxford

Ad esplorare le conseguenze di questo diffusissimo metodo contraccettivo uno studio, pubblicato sulla rivista Plos Medicine, condotto dagli scienziati dell’Università di Oxford

Dall’incremento del peso corporeo e della pressione arteriosa fino agli sbalzi d’umore e l’aumento del rischio di infarto del miocardio e tumore al seno, gli effetti della pillola anticoncezionale sono ancora poco compresi. Ad esplorare le conseguenze di questo diffusissimo metodo contraccettivo uno studio, pubblicato sulla rivista Plos Medicine, condotto dagli scienziati dell’Università di Oxford.

Il gruppo di ricerca, guidato da Daniele Fitzpatrick e Kirstin Pirie, ha considerato i dati relativi a 9.498 donne che avevano ricevuto una diagnosi di tumore al seno prima del compimento del 50esimo anno di età. Le informazioni, ottenute grazie al Clinical Practice Research Datalink (CPRD), sono state confrontate con quelle relative a 18 mila coetanee in salute. Stando a quanto emerge dall’indagine, il 44 per cento delle pazienti oncologiche aveva assunto contraccettivi ormonali, a fronte del 39 per cento riscontrato nel gruppo di controllo. Gli esperti hanno quindi stabilito che il rischio di sviluppare una neoplasia al seno risultava del 20-30 per cento più elevato tra le partecipanti che avevano utilizzato la pillola come strategia di controllo di gravidanze indesiderate.

Le pillole anticoncezionali, spiegano gli esperti, sono attualmente classificate in diversi sottotipi, suddivisi in base alle dosi di ormoni presenti nel farmaco e alle peculiarità di utilizzo. Le diverse opzioni contengono da un minimo di 15-20 a un massimo di 50 microgrammi di ormoni, progestinici ed estrogeni, e possono essere somministrate a intervalli regolari ma specifici delle varie formulazioni.

Date le già note associazioni tra un rischio più elevato di tumore al seno e l’assunzione di ormoni, gli esperti raccomandano di valutare sempre pro e contro della pillola anticoncezionale. Secondo gli scienziati, inoltre, anche i contraccettivi ormonali più leggeri, come la ‘minipillola’, a base di soli progestinici, possono provocare un modesto aumento delle probabilità di ricevere una diagnosi di carcinoma mammario. Allo stesso tempo, però, i ricercatori invitano a interpretare i risultati senza suscitare allarmismi, in quanto il beneficio derivante dal ricorso agli anticoncezionali potrebbe essere superiore rispetto ai potenziali pericoli.

“L’uso di contraccettivi orali composti da estrogeni e progestinici – si legge sul sito ufficiale dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (AIRC) – è correlato a proprietà sia cancerogene che preventive del cancro. Generalmente questi metodi vengono consigliati a donne sane, per cui qualunque decisione di usare tali farmaci deve basarsi su una valutazione approfondita del profilo di rischio delle pazienti”.

“Questo studio – scrivono i ricercatori – fornisce nuove importanti prove del fatto che l’uso di contraccettivi ormonali è associato a un lieve, ma significativo aumento del rischio di sviluppare cancro al seno. Ad ogni modo, tuttavia, non siamo stati in grado di valutare potenziali associazioni a lungo termine dell’uso della pillola anticoncezionale, mentre i benefici derivanti dall’assunzione del contraccettivo sono ben noti”. Tra i possibili effetti collaterali comuni del metodo contraccettivo, gli studiosi evidenziano un possibile aumento del peso corporeo e della pressione arteriosa, una maggiore propensione a sperimentare sbalzi d’umore, ansia o depressione, ma anche la formazione di peluria corporea più spessa e diffusa. Calo della libido, nausea, amenorrea, tensione al seno e calcolosi biliare rientrano pure nell’elenco di possibili controindicazioni derivanti dalla pillola.

Sempre sul sito AIRC, si legge in effetti che “esistono sufficienti dimostrazioni del fatto che la pillola anticoncezionale aumenta un poco il rischio di cancro al seno, alla cervice uterina e al fegato, riducendo allo stesso tempo le probabilità di sviluppare neoplasie dell’ovaio e dell’endometrio”. “È fondamentale – concludono gli autori – che ogni casistica venga esaminata e considerata in modo completo e approfondito, per fornire alla paziente gli strumenti necessari per effettuare una decisione ragionata sul metodo contraccettivo che deciderà di utilizzare”