Il leader golpista del Niger, il generale Abdourahamane Tchiani, ha annunciato alla tv di Stato che il nuovo governo di transizione resterà in carica “non più di tre anni”. Entro 30 giorni, ha aggiunto Tchiani, dovrà tenersi “un dialogo nazionale completo” che ponga le basi per una nuova Costituzione. Le decisioni, ha chiarito, dovranno essere prese “senza interferenze esterne”. “La nostra ambizione non è quella di prendere il potere”, ha concluso Tchiani, aggiungendo che se ci dovesse essere “un’aggressione” contro il nuovo regime “non sarebbe una passeggiata come alcuni pensano”. Le parole arrivano il giorno dopo che l’Ecowas ha dichiarato di essere pronta a un intervento armato.
Una delegazione dei vertici Ecowas, l’organizzazione dei Paesi dell’Africa occidentale, infatti, è arrivata nella capitale del Niger, Niamey, nel pomeriggio del 19 agosto, per quello che può essere considerato “un ultimo tentativo diplomatico di raggiungere una soluzione pacifica” con la giunta militare nigerina. La delegazione ha annunciato che le forze dei paesi Africani occidentali sono pronte a intervenire in Niger “appena verrà dato l’ordine”, sebbene restino comunque “sul tavolo tutte le opzioni, anche la soluzione diplomatica”. Il giorno dell’intervento miliare, fanno sapere, è già stato deciso, ma non è stato reso noto. Infine, la delegazione ha incontrato il deposto presidente Mohamed Bazoum, tenuto prigioniero dal golpe del 26 luglio. L’incontro è stato confermato da un giornalista dell’agenzia di stampa nigerina, presente questo pomeriggio al palazzo presidenziale durante la visita della delegazione. Bazoum “ha il morale alto”, ha assicurato la fonte.
Nella stessa giornata del 19 agosto la giunta golpista ha tenuto colloqui con il Mali e il Brukina Faso, suoi principali sostenitori, per decidere “misure concrete” nel caso l’Ecowas decida di “intensificare una guerra”, hanno riferito esponenti militari alla tv di Stato nigerina. Il Regno Unito ha intanto annunciato l’evacuazione di tutto il personale diplomatico della sua ambasciata in Niger per “motivi di sicurezza” in vista di un possibile intervento militare contro la giunta golpista da parte dell’Ecowas. “Abbiamo ritirato temporaneamente il personale britannico dal Niger. La nostra ambasciata adesso sta lavorando da remoto”, si legge nella nota pubblicata dal ministero degli Esteri inglese, che torna a sconsigliare viaggi in Niger.