“Non è strano? C’è molto sangue, eppure gli uomini lo bramano come oro. Come interpretare tutto questo? Un uomo non dovrebbe dolersi per una vita perduta. Non quella di una moglie. Non quella di un figlio. Ci sono, del resto, molte mogli, molti figli. Il sangue abbonda, eppure non basta. Le sang ne suffit pas”.
Il sangue non basta, di Alex Taylor (traduzione di Giada Diano; Edizioni Clichy), è un magnifico romanzo intriso di crudele forza primordiale, composto da sequenze descrittive di brutale violenza paragonabili a certi passaggi de Il figlio, di Philipp Meyer o de Meridiano di sangue di Cormac McCarthy.
Siamo nel 1748, nel West Virginia, ventotto anni prima della Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti. Reathel, un contadino che da più di un anno vaga per le gelide e selvagge terre della Virginia dopo aver sotterrato la moglie e il figlio. Trova rifugio in una baracca dove per legittima difesa uccide l’occupante e scopre che nascosta all’interno del tugurio c’è una donna “mezzosangue”, Della, in procinto di partorire. Prende il via così questo western atipico e precursore in cui tutti inseguono tutti (a volte senza saperlo), dove gli abitanti di Fort Bannock sacrificano i figli per non essere attaccati dalla tribù degli Shawnee, e dove la fame porta a atti estremi di cannibalismo.
Un romanzo farcito di personaggi memorabili: l’allucinato pastore Otha, l’imperscrutabile dottor Integer Crabtree, i selvatici fratelli Elijah e Bertram Autry, l’anziano Dente Nero e suo figlio, il guerriero senza lingua Tomjay la Canzone, il folle francese Simon Cheese. Inoltre c’è la natura, cornice e attrice lei stessa, generatrice di un mondo duro, senza scrupoli, di orse affamate, molossi ringhiosi e branchi di lupi. Un mondo di violenza, sofferenza e avidità narrato in una storia indimenticabile.
“Lo sfruttamento sessuale non è un argomento che la maggior parte dei dipartimenti di polizia ama affrontare. Ma è spesso presente. Un poliziotto carica un’autostoppista hippie scappata di casa. Forse si sta nascondendo, forse ha un mandato di cattura, forse ha sedici anni e le battono i denti. È il tramonto. Lei è sul sedile posteriore, i polsi ammanettati dietro la schiena, cerca di vedere dove stanno andando mentre il poliziotto si avvicina al ciglio della strada e imbocca una via secondaria fuori città. Il poliziotto ha già messo il distintivo in tasca per non far vedere il numero a lei”.
Robicheaux, di James Lee Burke (traduzione di Gianluca Testani; Jimenez Edizioni), è, a mio avviso, uno dei migliori romanzi che vedono protagonista il detective di New Iberia, Louisiana, Dave Robicheaux, veterano del Vietnam, imbottito di ricordi dolorosi e continuamente in procinto di ricadere in un vortice alcolico fuori controllo.
Molly, la moglie di Robichaux, muore e lui scopre che potrebbe essere lui stesso l’assassino di colui che ha tolto la vita alla donna. Mentre Robicheaux lavora per riabilitare il suo nome e dare un senso all’omicidio, appaiono potenti boss della mafia, nuovi ricchi emergenti di New Orleans, echi della Guerra Civile e un profondo confine sociale, un conflitto costante che lacera l’animo americano, portando spesso a un appagamento vendicativo e di violenza.
Raccontando la Louisiana, e non solo, attraverso un’indagine poliziesca, James Lee Bourke scrive l’ennesimo, indimenticabile romanzo di una saga memorabile, con un protagonista umano, imperfetto, autentico.
“Mi sono accorta che le labbra mi si gonfiavano dopo averle spiaccicate ovunque sulla faccia di Kenny, quindi ho cominciato a passarle sotto l’acqua fredda prima che rientrasse. Una volta mi ha beccata, curva sul lavandino a bere come una bimbetta dalla fontanella. Mi ha guardata storto, poi ha detto: «Ci sono i bicchieri, tesoro. Perfino a Great Falls»”.
Lucy in the sky, di Pete Fromm (traduzione di Ivan Pagliaro; Keller Editore) è un buon romanzo di formazione che vede protagonista la quattordicenne Lucy Diamond. Ribelle, sfacciata, Lucy vive a Great Falls, nel Montana. A scuola gli studenti la considerano un maschiaccio perché ha un taglio di capelli da ragazzo. Vive con sua madre Lainee e, quando torna, con suo padre Chuck, un taglialegna che trascorre buona parte dell’anno a lavorare in Canada. Lucy, crescendo, ha un’attrazione per il suo amico Kenny, e mentre scoprirà nuove libertà e modi di essere, comprenderà anche che i suoi genitori non si preoccupano più l’uno dell’altra e che la salute mentale di sua madre va deteriorandosi: fatto, questo, che porterà la ragazza a scelte fondamentali.
Scritto in modo semplice, diretto, grazie al lessico a tratti sfrontato dell’Io narrante, Lucy in the sky è un romanzo di realizzazione interiore che parla a ogni lettore che si sia trovato, seppur con modalità differenti, a fare i conti con il passaggio dall’adolescenza all’età adulta.
Lorenzo Mazzoni
Scrittore
Cultura - 20 Agosto 2023
Tre titoli per raccontare le autenticità americane
“Non è strano? C’è molto sangue, eppure gli uomini lo bramano come oro. Come interpretare tutto questo? Un uomo non dovrebbe dolersi per una vita perduta. Non quella di una moglie. Non quella di un figlio. Ci sono, del resto, molte mogli, molti figli. Il sangue abbonda, eppure non basta. Le sang ne suffit pas”.
Il sangue non basta, di Alex Taylor (traduzione di Giada Diano; Edizioni Clichy), è un magnifico romanzo intriso di crudele forza primordiale, composto da sequenze descrittive di brutale violenza paragonabili a certi passaggi de Il figlio, di Philipp Meyer o de Meridiano di sangue di Cormac McCarthy.
Siamo nel 1748, nel West Virginia, ventotto anni prima della Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti. Reathel, un contadino che da più di un anno vaga per le gelide e selvagge terre della Virginia dopo aver sotterrato la moglie e il figlio. Trova rifugio in una baracca dove per legittima difesa uccide l’occupante e scopre che nascosta all’interno del tugurio c’è una donna “mezzosangue”, Della, in procinto di partorire. Prende il via così questo western atipico e precursore in cui tutti inseguono tutti (a volte senza saperlo), dove gli abitanti di Fort Bannock sacrificano i figli per non essere attaccati dalla tribù degli Shawnee, e dove la fame porta a atti estremi di cannibalismo.
Un romanzo farcito di personaggi memorabili: l’allucinato pastore Otha, l’imperscrutabile dottor Integer Crabtree, i selvatici fratelli Elijah e Bertram Autry, l’anziano Dente Nero e suo figlio, il guerriero senza lingua Tomjay la Canzone, il folle francese Simon Cheese. Inoltre c’è la natura, cornice e attrice lei stessa, generatrice di un mondo duro, senza scrupoli, di orse affamate, molossi ringhiosi e branchi di lupi. Un mondo di violenza, sofferenza e avidità narrato in una storia indimenticabile.
“Lo sfruttamento sessuale non è un argomento che la maggior parte dei dipartimenti di polizia ama affrontare. Ma è spesso presente. Un poliziotto carica un’autostoppista hippie scappata di casa. Forse si sta nascondendo, forse ha un mandato di cattura, forse ha sedici anni e le battono i denti. È il tramonto. Lei è sul sedile posteriore, i polsi ammanettati dietro la schiena, cerca di vedere dove stanno andando mentre il poliziotto si avvicina al ciglio della strada e imbocca una via secondaria fuori città. Il poliziotto ha già messo il distintivo in tasca per non far vedere il numero a lei”.
Robicheaux, di James Lee Burke (traduzione di Gianluca Testani; Jimenez Edizioni), è, a mio avviso, uno dei migliori romanzi che vedono protagonista il detective di New Iberia, Louisiana, Dave Robicheaux, veterano del Vietnam, imbottito di ricordi dolorosi e continuamente in procinto di ricadere in un vortice alcolico fuori controllo.
Molly, la moglie di Robichaux, muore e lui scopre che potrebbe essere lui stesso l’assassino di colui che ha tolto la vita alla donna. Mentre Robicheaux lavora per riabilitare il suo nome e dare un senso all’omicidio, appaiono potenti boss della mafia, nuovi ricchi emergenti di New Orleans, echi della Guerra Civile e un profondo confine sociale, un conflitto costante che lacera l’animo americano, portando spesso a un appagamento vendicativo e di violenza.
Raccontando la Louisiana, e non solo, attraverso un’indagine poliziesca, James Lee Bourke scrive l’ennesimo, indimenticabile romanzo di una saga memorabile, con un protagonista umano, imperfetto, autentico.
“Mi sono accorta che le labbra mi si gonfiavano dopo averle spiaccicate ovunque sulla faccia di Kenny, quindi ho cominciato a passarle sotto l’acqua fredda prima che rientrasse. Una volta mi ha beccata, curva sul lavandino a bere come una bimbetta dalla fontanella. Mi ha guardata storto, poi ha detto: «Ci sono i bicchieri, tesoro. Perfino a Great Falls»”.
Lucy in the sky, di Pete Fromm (traduzione di Ivan Pagliaro; Keller Editore) è un buon romanzo di formazione che vede protagonista la quattordicenne Lucy Diamond. Ribelle, sfacciata, Lucy vive a Great Falls, nel Montana. A scuola gli studenti la considerano un maschiaccio perché ha un taglio di capelli da ragazzo. Vive con sua madre Lainee e, quando torna, con suo padre Chuck, un taglialegna che trascorre buona parte dell’anno a lavorare in Canada. Lucy, crescendo, ha un’attrazione per il suo amico Kenny, e mentre scoprirà nuove libertà e modi di essere, comprenderà anche che i suoi genitori non si preoccupano più l’uno dell’altra e che la salute mentale di sua madre va deteriorandosi: fatto, questo, che porterà la ragazza a scelte fondamentali.
Scritto in modo semplice, diretto, grazie al lessico a tratti sfrontato dell’Io narrante, Lucy in the sky è un romanzo di realizzazione interiore che parla a ogni lettore che si sia trovato, seppur con modalità differenti, a fare i conti con il passaggio dall’adolescenza all’età adulta.
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Roma, 30 dic. (Adnkronos Salute) - "Accogliamo con favore il pronunciamento odierno del Tar del Lazio relativo alla sospensione dell'entrata in vigore del nuovo nomenclatore perché questo provvedimento avrebbe messo in ginocchio il settore della sanità privata accreditata, con gravi ripercussioni su tutto il Sistema sanitario nazionale". Così Luca Marino, vicepresidente di Unindustria con delega alla Sanità.
"Se queste tariffe fossero state applicate così come erano state previste – ha continuato Marino – si sarebbe rischiata una drastica riduzione delle prestazioni e un ulteriore aggravamento delle liste d’attesa, un problema già critico del nostro sistema sanitario. E' indispensabile garantire un'adeguata remunerazione delle prestazioni professionali, identificando le coperture necessarie, perché applicare queste tariffe senza adeguati correttivi metterebbe in grave difficoltà le strutture sanitarie territoriali, primo punto di riferimento per la tutela della salute pubblica", ha aggiunto.
"Confidiamo che, alla luce di questo pronunciamento, il ministro Schillaci intervenga identificando finalmente una soluzione che possa assicurare la sostenibilità del sistema. Per questo, come Unindustria, rinnoviamo la nostra disponibilità al dialogo e al confronto, offrendo il nostro contributo al processo di revisione e definizione del nuovo tariffario", conclude.
Roma, 30 dic. (Adnkronos) - "L’ordinanza della Cassazione è interlocutoria perché sostanzialmente decide di attendere la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea, cui molti giudici italiani si sono rivolti dopo il decreto legge n. 158/2024 sui Paesi c.d. sicuri, anche perché imminente (udienza pubblica il prossimo 25 febbraio). Ciò nonostante, la Cassazione, in spirito di leale cooperazione, non rinuncia ad offrire alla Corte di giustizia Ue la propria interpretazione, senza tuttavia tradurla in decisione o principi di diritti che potrebbero orientare le future determinazioni dei giudici di Lussemburgo". Questa l'analisi dal costituzionalista Salvatore Curreri in merito al pronunciamento della Cassazione dopo i ricorsi presentati dal governo contro le prime mancate convalide del trattenimento di migranti in Albania emesse dalla sezione Immigrazione del tribunale di Roma.
"In tale prospettiva -prosegue Curreri- la Corte evidenzia tre punti. Non condivide la decisione del Tribunale di Roma secondo cui un paese non può considerarsi sicuro anche in presenza di eccezioni di carattere personale. Si tratta infatti di una specificazione ulteriore che non trova riscontro nella sentenza della Corte di giustizia Ue che si era limitata a considerare un Paese non sicuro soltanto in riferimento ad esclusioni territoriali".
Inoltre, "anche se il migrante proviene da un Paese che il Governo ritiene sicuro, il giudice, in sede di convalida del trattenimento, può comunque ritenere che vi siano gravi motivi che inducano a ritenere che in effetti non lo sia per la situazione particolare in cui egli si trova, a causa ad esempio di persecuzioni estese, endemiche e costanti che gravemente pregiudichino il valore fondamentale della dignità della persona e con esso il rispetto dei diritti fondamentali delle minoranze che devono connotare lo Stato di origine come Stato di diritto". Infine, "il giudice, anche se non può sostituirsi o annullare la valutazione politica del Governo circa la designazione del Paese di provenienza del migrante come sicuro, può comunque valutarne la ragionevolezza e la non manifesta arbitrarietà specie quando tale designazione evidentemente non è più rispondente alla situazione reale, a seguito ad esempio di univoche ed evidenti fonti di informazione affidabili ed aggiornate sul paese di origine del richiedente".
Roma, 30 dic. (Adnkronos) - "La Cassazione in materia di immigrazione dà ragione al governo e dà torto a quei magistrati che fanno un uso politico della giustizia. Dice, infatti, la Cassazione che sono le autorità politiche che decidono quali sono i Paesi sicuri e non dei magistrati. Questa sacrosanta decisione della Cassazione boccia sinistre giudiziarie e politiche che boicottano le giuste politiche del governo". Lo dichiara il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri.
"Rattrista che in questi giorni un importante quotidiano abbia ospitato l'editoriale di tale Patronaggio, un magistrato che in Sicilia ha fatto delle scelte più che opinabili in materia di immigrazione. Patronaggio è uno dei protagonisti di un'azione di contrasto delle giuste politiche dell'immigrazione fatte da diversi governi in Italia. Sono i Patronaggio che creano dei problemi in questo Paese. Ed è molto triste che un importante quotidiano pubblichi gli scritti di questo personaggio, che fa un'apologia immotivata di idee sbagliate, ponendosi in termini politici in contrasto con le leggi e le autorità di governo. Invierò questo articolo di Patronaggio al Csm perché ne valuti la condotta. So bene che il Csm, dominato dalle correnti di sinistra dei togati, non muoverà un dito".
"Ma voglio compiere questo atto simbolico per denunciare quello che i vari Patronaggio scrivono e fanno. Ed è, lo ribadisco, davvero triste, che dei giornali che dovrebbero difendere i principi di giustizia mettano il loro spazio a disposizione di chi scrive cose assolutamente sbagliate ed infondate. Patronaggio è la prova ennesima, ma conosciamo bene il personaggio, dell'uso politico della giustizia che fanno esponenti della sinistra. Alcuni dicono bugie in Parlamento. Altri indossano la toga e danno luogo a comportamenti molto criticabili”.
Roma, 30 dic. (Adnkronos) - “La destra festeggia ma la Cassazione afferma ciò che è sempre stato chiaro e che governo e maggioranza hanno sempre negato: nessuno ha mai voluto privare il potere politico di stilare la lista dei Paesi sicuri, ma sta al giudice di verificare che un Paese sia effettivamente sicuro e che la decisione del governo non sia in contrasto con le norme Ue". Lo afferma il segretario di Più Europa Riccardo Magi.
"Allo stesso tempo, la Cassazione ribadisce che non è applicabile il trattenimento del migrante se il giudice dovesse valutare come sussistenti i gravi motivi per ritenere che il paese di provenienza non sicuro per il richiedente asilo. Ora la palla sta alla Corte di Giustizia europea, che non si pronuncerà a breve. Nel frattempo, il governo italiano continua a mantenere i centri di detenzione per migranti in Albania, ormai cattedrali nel deserto a spese dei contribuenti. La farsa continua”.
Roma, 30 dic. (Adnkronos) - "Il nuovo codice della strada, oltre ad aver fatto piombare nel terrore ogni cittadino, fa cassa in maniera spregiudicata. Ricordiamo tutti quando Salvini coprì gli autovelox a Milano “perché tartassavano” i cittadini, ma le sue norme fanno peggio. La sicurezza stradale è sacrosanta ma fatta così, inserendo nuovi reati e additando i cittadini come “positivi” solo perché prendono alcune medicine è follia pura. Per come è scritto, riteniamo che violi alcuni principi costituzionali e pertanto, nelle prime settimane del 2025, avvieremo una raccolta di firme per chiedere al Parlamento modifiche”. Lo ha dichiarato il Segretario del Psi, Enzo Maraio.
Roma, 30 dic. (Adnkronos) - "La Cassazione conferma le decisioni dei giudici del tribunale che, nel sospendere i provvedimenti del governo, avevano rinviato alla Corte Ue. La questione Paesi sicuri di provenienza delle persone migranti va affrontata in sede europea. Ma quello che non si considera è che la povertà aumenta nel mondo e con essa anche i profughi climatici e che fin quando non smetteremo di finanziare la guerra con 2.500 miliardi di dollari all'anno di spese per armi avremo sempre più migranti”. Così in una nota Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde.
Roma, 30 dic. (Adnkronos) - "L’ordinanza odierna della Corte di Cassazione conferma la bontà delle politiche del governo Meloni sul fronte immigrazione e smentisce le cassandre del Pd. Soprattutto, si afferma senza alcun dubbio che il modello Albania funziona e può essere esportato anche in altri Stati europei. Le decisioni del Tribunale di Roma sui migranti fatti rientrare dall’Albania erano sbagliate". Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Alberto Balboni, responsabile Sicurezza e Legalità del partito.
"Le opposizioni dovrebbero leggersi l’ordinanza depositata oggi dai giudici e chiedere scusa. Dall’ordinanza è emerso, poi, un altro particolare di non poco conto: la competenza sulla decisione di quando un Paese è o non è sicuro spetta in via esclusiva al governo. Questo aspetto mette in risalto il fatto che il magistrato non può arrogarsi il potere di fare questa importante scelta. Ora si torni a lavorare con serietà per combattere trafficanti di uomini e sbarchi irregolari”.