Il libro del generale Roberto Vannacci apre crepe nel governo Meloni e in tutto il centrodestra. Sul fronte più caldo degli ultimi giorni entra a gamba tesa Matteo Salvini, che in una diretta social difende il generale e poi gli telefona. “Io mi comprerò questo libro, perché prima di commentare e giudicare è giusto leggere”, dice Salvini. Che evoca perfino Giordano Bruno e il Grande Fratello. La mossa sconfessa le decisioni prese dal ministro della Difesa Guido Crosetto, già criticato da alcuni importanti pezzi del suo stesso partito. Se Lega e parti di Fratelli d’Italia si schierano con il generale dell’Esercito, emerge invece la posizione di Forza Italia al fianco dello stesso Crosetto: “In questa storia del libro del generale Roberto Vannacci non c’è possibilità di sbagliare: si sta convintamente dalla parte del ministro della Difesa, Guido Crosetto”, dice al Fatto Quotidiano Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera. È l’ultimo tassello di una vicenda su cui il governo si ritrova spaccato. Con Salvini che nella stessa diretta social lancia la sfida all’altro vicepremier, Antonio Tajani, anche sulle alleanza europee: il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia ha chiuso a qualsiasi accordo del centrodestra con Le Pen e AfD, il ministro dei Trasporti lo smentisce seccamente. Tajani in serata interviene invece sul caso Vannacci, senza sbilanciarsi: “”Io credo che in Italia tutti abbiano diritto di esprimere le proprie idee, bisogna però essere prudenti quando si occupano incarichi di grande responsabilità perché le opinioni legittime e personali rischiano di diventare opinioni dell’istituzione che si rappresenta”.
Salvini interviene sul caso Vannacci con quattro giorni di ritardo. Dopo le crepe interne a Fratelli d’Italia, dopo che molti elettori leghisti hanno condiviso il libro e difeso Vannacci, ecco che anche il vicepremier leghista spiega di non condividere le critiche al generale dell’Esercito: così di fatto isola Crosetto, che invece ha deciso di avviare un’azione disciplinare. Da fonti Lega, trapela anche la notizia di “una telefonata, molto cordiale, tra il vicepremier e il generale Roberto Vannacci”. Che intanto, su decisione dello Stato Maggiore dell’Esercito, già il 18 agosto è stato rimosso dalla carica di presidente dell’Istituto geografico militare. Nel suo libro auto-pubblicato – “Il mondo al contrario” – ha espresso un’incredibile sequela di affermazioni retrograde sulle minoranze. “Omosessuali, non siete normali”, ad esempio. Il ministro Crosetto le ha definite “farneticazioni” che “screditano l’Esercito, la Difesa e la Costituzione”. E ha fatto partire l’iter disciplinare. Attirandosi però gli attacchi dei suoi colleghi di partito di FdI. In primis il viceministro delle Infrastrutture Galeazzo Bignami, poi anche il deputato Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione del partito e un uomo del “cerchio magico” della premier Giorgia Meloni.
Per ultimo si è inserito appunto Salvini. Vannacci “deve essere giudicato per quello che fa in servizio. Se poi scrive qualcosa che non ha niente a che fare con i segreti di stato o il suo lavoro penso che ha tutto il dovere e diritto di farlo”, sostiene il leader della Lega in una diretta social. “Il generale Vannacci è stato additato come un pericolo. Io mi comprerò questo libro, perché prima di commentare e giudicare è giusto leggere“, perché “è facile estrapolare qualche frase, lo leggerò tutto. La condanna al rogo come Giordano Bruno non mi sembra ragionevole”, aggiunge Salvini. Che invoca perfino la censura: “Mi rifiuto di pensare che in Italia ci sia un Grande fratello che dice questo lo puoi leggere e questo no”. Il clamore di questi giorni in verità ha portato il libro di Vannacci in cima alle classifiche di vendita di Amazon.
La presa di posizione di Salvini provoca nuove reazioni dall’opposizione, che chiedono ora l’intervento della premier Giorgia Meloni: “Sta dalla parte del ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha giustamente avallato l’avvicendamento del generale o dalla parte di Salvini?”, domanda su Twitter il deputato dem Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione Difesa. “Se il vicepremier dissente dal ministro della difesa su un atto grave legato alla disciplina dell’Esercito, c’è un serio problema istituzionale. E nel merito, vale la lezione di De Gaulle: ‘gli uomini dell’Esercito per dovere, onore e ragion d’essere devono obbedire alla Repubblica’”, scrive il capogruppo di Azione-Italia Viva al Senato Enrico Borghi. “Le dichiarazioni di Matteo Salvini a difesa del generale Vannacci sono inaccettabili perché sono la negazione dei presupposti costituzionali della nostra democrazia è confermano due cose: che la cultura dei diritti e del rispetto degli altri è a destra una merce rarissima e che il governo è sempre più diviso e il ministro Crosetto sempre più isolato”, dichiara il vicepresidente dei senatori del Pd Franco Mirabelli.
L’altro fronte: le alleanze in Ue – Nella stessa diretta social, dopo le critiche implicite a Crosetto, Salvini parla anche delle dichiarazioni di Tajani (senza mai citarlo). “Non possiamo allearci, dice qualche partito di centrodestra, con la Le Pen, con i tedeschi, gli austriaci o gli amici di Salvini. Ma io penso a un’Europa che metta al centro il lavoro, la crescita, l’ambiente, la famiglia e la sicurezza. Quindi mille volte meglio una Marine Le Pen, col suo progetto di Francia e di Europa fondato su questi valori, che non l’Europa governata dai socialisti o da Macron“, dice Salvini, aggiungendo che quella è “l’Europa delle auto elettriche cinesi, delle case green per quelli che hanno i soldi, delle bistecche finte, della guerra agli agricoltori, ai pescatori o ai balneari. Non è l’Europa che ho in testa”.