Dopo le accuse di Fratelli d’Italia e di Matteo Salvini nei confronti del ministro Guido Crosetto sul caso del generale Roberto Vannacci, Forza Italia prende le parti del ministro della Difesa: “In questa storia del libro del generale Roberto Vannacci non c’è possibilità di sbagliare: si sta convintamente dalla parte del ministro della Difesa, Guido Crosetto”, dice al Fatto Quotidiano Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera, ex sottosegretario alla Difesa nel governo Draghi e oggi componente della commissione Difesa della Camera.

Mulè, contattato dal Fatto, è il primo esponente di Forza Italia che parla della questione: il vicepresidente della Camera prende esplicitamente le parti del titolare della Difesa che ha aperto un procedimento disciplinare nei confronti del generale finito sotto accusa per aver scritto un libro con offese razziste e xenofobe. Secondo Mulè bisogna stare con Crosetto “per una ragione semplice: lo status (anzi, il privilegio) di essere militare impone regole di comportamento rafforzate rispetto a qualsiasi altro servitore della Patria. La ‘disciplina militare’, tanto per intendersi, impone l’osservanza di alcuni princîpi (oltre a quelli fondanti della gerarchia e dell’obbedienza): c’entra questo con il libro del generale? Assolutamente sì. Il ministro della Difesa ha unicamente avviato un procedimento per verificare se il generale dell’Esercito abbia deliberatamente violato le regole alle quale ogni militare deve sottostare”.

Il vicepresidente della Camera difende la scelta di Crosetto entrando commentando anche i passaggi del libro del generale: “Nel merito di quanto sostiene Vannacci c’è poco da dire: la Difesa italiana è un esempio mondiale per le pari opportunità. Valgano, su tutte, due circostanze: non si chiede l’orientamento sessuale ai concorsi, ci si sposa serenamente e da anni tra militari dello stesso sesso in alta uniforme e pure con il ‘ponte di sciabole‘: questa è la ‘normalità’ che i militari riconoscono e applicano, con buona pace di Vannacci”.

Insomma per Mulè è giusto aprire un procedimento disciplinare mandando una frecciata a Fratelli d’Italia che con Giovanni Donzelli ha parlato di libertà di espressione: “Il resto appartiene alle opinioni di ognuno: ma un militare sa (o meglio dovrebbe sapere) che – come sottolineato in varie pronunce giurisprudenziali – ‘non è consentita l’espressione di opinioni politiche o discriminatorie che, se manifestate dal militare pubblicamente potrebbero ledere l’immagine del Corpo di appartenenza e instillare nell’opinione pubblica l’idea che determinate condotte od opinioni appartengano all’intero apparato’. Qualcuno è davvero pronto a sostenere che quelle di Vannacci siano opinioni non discriminatorie? Se è così alzo le mani e mi arrendo…”.

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