di Trilussa

Sarei pronto a scommettere che il generale Vannacci sia un fervente cattolico e che la domenica vada regolarmente alla messa. Come ogni bravo cittadino cattolico, prima che generale e appartenente alle Forze Armate, come esempio di uomo perfettamente normale di questo paese. E mi domando anche quali siano i peccati che il generale elenchi quando fa la sua confessione: la parola di dio pronunciata inutilmente in un momento di rabbia, uno sguardo troppo attento verso la donna di un altro, qualche pensiero impuro durante una sporadica erezione, una piccola bugia ma sempre a fin di bene?

Perché lui ritiene questi peccati da confessare e da espiare e non certo le idee esposte nel suo libro. Perché non ritiene sia un peccato odiare il diverso, nero, ladro, omosessuale, non ritiene peccato pensare di sgozzare il ladruncolo che cerca di rubargli l’orologio. Quelli non sono peccati ma solo idee personali, concetti e sentimenti che hanno tutto il diritto di esser esposti e narrati. Siamo o non siamo in un paese democratico che rispetta il sacrosanto diritto di tutti alle proprie idee e alla possibilità di esprimerle?

Ora ci sarebbe da domandarsi come abbia fatto a diventare generale, quale selezione sia mancata per metterlo come responsabile della vita e della morte dei soldati che ha comandato, quale ruolo abbia rappresentato con le sue idee all’interno delle Forze Armate cui appartiene.

Il libro è in testa alle classifiche. E’ autoprodotto ma cambia poco, è letto e sono certo che molti si rivedono nelle sue idee. Il razzismo e l’omofobia in questo paese sono sottotraccia, ma esistono in misura maggiore di quello che pensiamo e ogni tanto qualche sporadico episodio li fa emergere portandoli alla consapevolezza di tutti. Un tempo erano nascosti e forse un principio di vergogna era presente, oggi non è più così e certe idee vengono, se non sbandierate con orgoglio, almeno confermate con convinzione.

Il mondo del Vannacci è in fondo quello dei talebani ma i talebani hanno dietro a loro millenni di storia e tradizioni e il processo sarà fin troppo lento. La presenza degli Usa in quel paese poteva e doveva portare almeno l’inizio di una democrazia e non sesso, corruzione, pornografia come invece è successo prima di abbandonarlo.

Quello del Vannacci invece arriva in un paese reduce da alcuni decenni di benessere e spensieratezza televisiva berlusconiana, dove le mogli sono tutte belle e sorridenti e la famiglia è quella del mulino bianco, dove la Storia pare non abbia insegnato niente, dove i giovani si beano della loro ignoranza portata a volte come un vanto, dove il normale si confonde con l’esaltazione della razza, dove il diverso diventa il vero nemico. Un mondo sicuramente inaccettabile dove l’odio è l’ingrediente principale, e l’odio è il contrario dell’amore, quello cristiano e quello naturale delle persone comuni.

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