Sia apre domani a Johannesburg, in Sudafrica, il vertice dei paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica). Il piatto forte dell’incontro è la proposta del presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva, per l’uso di una moneta comune tra i Paesi membri del Brics che permetta di non ricorrere al dollaro americano per gli scambi. Questa valuta “consentirà maggiori scambi tra paesi come il Brasile e il Sudafrica senza dipendere dalla valuta di un Paese terzo”, ha affermato il presidente brasiliano. “La cooperazione tra i Paesi del sud del mondo è essenziale per affrontare le disuguaglianze, la crisi climatica e per un mondo più equilibrato ed equo”, ha aggiunto Lula, che vorrebbe inoltre incorporare nei Brics altre nazioni tra cui Arabia Saudita e Argentina, mostrandosi inoltre favorevole anche all’ingresso dell’Iran. “Al vertice sono stati invitati più di 60 paesi, sia paesi africani, sia paesi che hanno fatto domanda per per entrar a far parte dei Brics”, hanno riferito fonti sudafricane. “Sono in programma sostanziali discussioni sul dialogo con gli stati del Sud del mondo”. Il presidente russo Vladimir Putin parteciperà in videoconferenza. I lavori saranno invece seguiti in presenza dal ministro degli Esteri Serghei Lavrov. Putin, sottolinea il Cremlino, informerà gli altri leader “sulle priorità della presidenza russa dei Brics, che comincerà nel 2024”.

Il lancio di una moneta comune da parte dei Brics potrebbe significare il crollo del dollaro: lo sostiene il co-fondatore di Rich Dad Company, Robert Kiyosaki. “Uno dei più grandi cambiamenti nella storia del mondo avverrà il 22 agosto 2023. Le nazioni Brics stanno tenendo una conferenza a Johannesburg per creare la propria valuta d’oro. Cosa significa questo per il dollaro Usa?”, si è chiesto l’esperto, secondo quanto riporta la piattaforma finanziaria Investing.com. Per Kiyosaki – che aveva previsto il tracollo di Lehman Brothers nel 2008 – se i Paesi Brics “adotteranno una criptovaluta lastricata in oro il dollaro sarà fritto”.

La Cina premerà sui paesi Brics affinché diventino un rivale del G7, anticipa il quotidiano britannico Financial Times citando alcune fonti cinesi, secondo le quali se i Brics crescono e raggiungono una quota di Pil mondiale simile a quella del G7, allora la loro voce sarà sentita di più. L’idea di Pechino però non convince tutti. Diversi Paesi infatti ritengono che i Brics dovrebbero essere un club non allineato per gli interessi economici dei Paesi in via di sviluppo, altri invece ritengono che dovrebbe essere una forza politica che sfida apertamente l’Occidente. Il Sudafrica “non si lascerà trascinare in una competizione tra potenze mondiali”, ha affermato ad esempio il presidente Cyril Ramaphosa. “Il nostro Paese ha intrapreso una politica di non allineamento”, ha dichiarato il capo di Stato durante un discorso alla nazione trasmesso in diretta televisiva.

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