Dopo l’allarme bipartisan di sindaci e amministratori che – da nord a sud, da destra e sinistra – accendono i riflettori sulle difficoltà nell’accoglienza dei migranti con il rischio che le persone restino “letteralmente in strada”, Palazzo Chigi chiude al dialogo. Il tavolo chiesto a gran voce dai Comuni sull’emergenza migranti – soprattutto sui minori non accompagnati e sulla mancanza di posti e strutture dove accoglierli – non è tra le priorità dell’Esecutivo. Non è all’ordine del giorno, cioè “non è previsto” afferma una fonte di primo piano del governo Meloni interpellata dall’Adnkronos.

“Con i Comuni noi parliamo ogni giorno”, ribatte non nascondendo il disappunto per la protesta crescente dei primi cittadini, considerata strumentale: “A cosa servirebbe sedersi al tavolo con chi ci accusa di aver tagliato il costo dell’accoglienza? È una falsità assoluta”. Se i bandi vanno deserti, stando alle stesse fonti di governo, “è perché, probabilmente, non è più appetibile la gestione” dei minori non accompagnati in arrivo in Italia. “Ma dire che sono stati tagliati i costi dell’accoglienza” con il decreto Cutro, prevedendo una remunerazione minore ai costi realmente sostenuti dalle associazioni del terzo settore che dovrebbero prendere in carico i giovani migranti “è una falsità, tanto più che nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) ormai hanno anche meno servizi da garantire“.

A replicare a queste dichiarazioni ci pensa Matteo Biffoni, sindaco Pd di Prato e delegato Anci in materia di migranti: “Il governo non ci incontra perché è in difficoltà. Capisco l’imbarazzo politico di chi parlava di porti chiusi e blocco navale e ora si ritrova con 102mila sbarchi, ma la situazione nei territori è disperata. Se non si fidano dei sindaci Pd, lo chiedano ai sindaci della Lega in Veneto o da noi in Toscana al sindaco di Pisa che è leghista, lo chiedano ai sindaci di città portuali come il sindaco di Genova o a Silvetti ad Ancona”, sottolinea Biffoni, interpellato dall’Adnkronos. “La nostra disponibilità come Anci a trovare insieme una soluzione è totale – continua – ma dal governo non c’è alcun segnale. Venissero ministri e sottosegretari a vedere, le porte sono aperte: la situazione nei territori è esplosiva, il sistema sta crollando“, conclude Biffoni.

Sul fronte migranti interviene anche l’Arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice: “Le parole d’ordine oggi devono essere: accoglienza e non demonizzare gli uomini e le donne delle ong che oggi si mettono in mare per salvare altri uomini e donne non perché hanno altri interessi ma perché custodiscono un cuore umano e non sono mercenari, trafficanti di esseri umani come a volte si dice”, ha detto Lorefice intervenendo al Meeting di Cl. Secondo monsignor Lorefice, “la questione dei migranti non si risolve come questione di emergenza. Dobbiamo recuperare il senso umanitario ed umano. Dietro ogni volto c’è una storia, una vicenda, attesa di liberazione. Sono persone che fuggono dalla povertà, dai cambiamenti climatici, dalle guerre indotte anche dai paesi occidentali. Non possiamo assolutamente dimenticare che sono persone che affrontano la morte perché credono che possono risorgere. Se attraversano il Mediterraneo – ha aggiunto – lo fanno non per conquistare chissà che cosa ma perché fuggono dalla fame e dalla guerra e credono ancora alla vita, cercano una terra di approdo. E ahimè, invece trovano respingimento, giudizio e sempre più morte: la morte di bambini, donne e uomini”.

E allora, è il ragionamento del presule, “non si può fare la scelta populista di far vedere che i migranti sono il nemico. E non si possono penalizzare uomini e donne delle ong che ancora credono al volto umano e vogliono di diventare pescatori di uomini perchè custodiscono ancora un cuore umano. Da che mondo è mondo la legge del mare è salvare chi rischia di affogare. Lo ribadiamo: penso a Cutro e a Pilos. Centinaia di persone morte non solo perché non sono state aiutate ma abbandonate alla deriva, allontanate dalle coste dove potevano approdare”. E ribadisce che quella dei migranti “è una questione che interessa tutta l’Unione europea, che sta scegliendo i nazionalismi e sta dimenticando i motivi per cui è nata”.

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