di Angelo Lippolis*

Imperversa ovunque, il tiro alla Puglia. Da Repubblica al Corriere della Sera, ai social. Tutti a parlar male della Puglia, dei suoi rincari e di ‘sti ragazzacci che la frequentano. Intanto noi pugliesi abbiamo scoperto che anche il Corriere della Sera (domenica 20 agosto) ha il suo Alain Elkann. Meno blasonato, meno stazzonato. Si chiama Andrea Galli e in perfetto stile elkanniano ci racconta dei lanzichenecchi di Gallipoli che – grazie a ricette scaricate da internet – si fanno addirittura il mojito da soli. E poi, cosa ancor più grave, fanno il bagno, a mare, con i cavalloni.

Che cretino che sono stato, ho vissuto per una quarantina d’anni sognando la California e Santa Monica beach, sperando di essere uno di quei ragazzi dai lunghi capelli imbionditi dal sole che aspettavano giornate intere sulla spiaggia, con fighe spaziali, l’arrivo dei cavalloni. A Gallipoli, che a seconda di dove ti metti, i cavalloni puoi averli sempre, invece no, fare il bagno con i cavalloni e invitare le proprie ragazze a farsi il bagno con le onde è cosa da riportare sul più blasonato dei quotidiani italiani. E poi si lamentano che nessuno legge più i giornali.

Ma più del Corriere e di Repubblica è riuscita a fare Bettina. Un’imprenditrice milanese, una nuova Wanna Marchi della comunicazione, un’esperta di turismo low cost, che seduta sulla tipica soglia di una casa pugliese, nel centro di Cisternino, microfonata e truccata come una giornalista di SkyTg24, con tanto di cameramen personale, ci fa “l’analisi” di questa tragica estate pugliese, spiegandoci come si potrebbe recuperare il turista perduto, adottando l’Apericena milanese in versione low cost pugliese a meno di dieci euro.

Povera Bettina, milanese ma con un nome la cui abbreviazione certifica la sue origini pugliesi – perché se fosse stata una vera milanese si sarebbe chiamata “la Betty” e non Bettina. Pare che Bettina, a causa dei rincari, non possa più concedersi il suo mese di vacanza estivo in terre di Puglia dove oramai una cena ha superato il costo delle 25 euro, costringendola all’apertura delle cucine della propria casa per ospitare gli amici milanesi di passaggio in Puglia.

Cara Bettina, cominciamo con il dire che noi in Puglia non facciamo gli apericena. In Puglia facciamo l’aperitivo e la cena. Le due cose in una non sono contemplate per motivi sociali e goderecci e se vuoi anche economici.

Per motivi sociali e goderecci perché in Puglia il nostro aperitivo lo facciamo guardando il tramonto, in spiaggia o sotto un albero di ulivo, nel relax, e non come te, sgomitando con il tuo compagno di coda per arrivare prima di lui al buffet degli snack dolci e salati, precotti e surgelati riscaldati al microonde. Noi in Puglia facciamo ovunque l’aperitivo, con meno di cinque euro, mangiando una frisa o un panzerotto fumante, fritto in olio extra vergine di oliva e non di semi di arachidi geneticamente modificati. E non beviamo lo spritz ma beviamo il rosato, un vino bello da vedere, sapido, fresco e soprattutto genuino che puoi trovare a due euro al litro in un qualunque consorzio o cooperativa pugliese di produttori. Con dieci euro compri un pet da cinque litri e puoi fare aperitivi per i successivi dieci giorni. Chiaro che se scegli un tre bicchieri del Gambero Rosso le cose cambiano, ma mai come a Milano.

Dopo il rosato in spiaggia o la frisa sotto l’albero dell’ulivo, noi Pugliesi andiamo a casa, ci docciamo e ci facciamo un po’ prendere dalla pigrizia. Solitamente parte il dilemma se esco o non esco. L’indecisione ci attanaglia. Che faccio? Cucino a casa le orecchiette con il pomodorino fresco e il cacioricotta con una foglia di basilico e nell’attesa mi bevo un altro rosato con un po’ di mozzarella oppure esco a cena con gli amici?

Se sei turista e non hai la cucina in casa o non ti va di fare la spesa e sulla spiaggia non sei diventata amica di un pugliese – strano! – ti tocca questa cara esperienza al ristorante. Anche se la storia dei 25 euro mi fa strano. Facendo una ricerca su Tripadvisor e su The Fork si scopre che in Puglia solo il 2% dei ristoranti costa più di 50 euro per una cena, per il resto, con lo stesso costo di una pizza e una birra milanese, in Puglia fai un’ottima cena. Ovvio che, anche in Puglia, come a Forte dei Marmi o a Positano, per un piatto che vede adagiati sulla sua superficie cinque bellissimi Gamberi viola di Gallipoli rischi di spendere anche 25 euro, ma di sicuro molto meno di quanto spenderesti in un qualunque ristorante d’Italia, con l’importante differenza che in Puglia i gamberi viola sono freschi e non surgelati.

In Puglia, come a Forte dei Marmi, ci sono ombrelloni e prezzi per tutti. Se vuoi fare il figo rischi di spendere anche più di 200 euro. Però, sempre e solo in Puglia, ci sono spiagge libere, bellissime, con un mare cristallino e caraibico, dove con 20 euro resti proprietario del tuo ombrellone, per tutta la stagione, se hai l’accortezza di comprarlo, di chiuderlo e caricartelo in macchina a fine giornata.

La solita Bettina, prodiga di consigli, ci spiega nel solito video che la Puglia dovrebbe essere l’unica regione del mondo a non poter usare Booking.com e Airbnb per affittare le proprie seconde case. Le nostre case andrebbero affittate a Bettina e ai suoi amici e non a 800 euro a settimana ma a 800 euro al mese, perché Lei e i suoi amici, facendo la spesa tutti i giorni, farebbero girare l’economia. E qui mi risulta difficile argomentare e fare ironia. Spero in un secondo video. La verità, cara Bettina, è che tu, milanese di adozione ma figlia di emigrati pugliesi, vieni in vacanza solo in Puglia da quando sei nata, tutte le estati, nella casa dei nonni e non sai che le vacanze costano ovunque nello stesso modo perché il polpo che trovi in qualunque ristorante d’Italia viene dal Marocco e costa, per qualunque ristoratore, 16 euro al chilo. Così come l’olio e la luce costano uguali per tutti gli operatori. Vi è una sola differenza, che gioca a svantaggio della Puglia. Nelle cucine dei nostri ristoranti trovi solo italiani, a Forte dei Marmi trovi invece egiziani e marocchini, spesso sottopagati e in nero.

La verità, cara Bettina, è che l’analisi dovresti farla meglio. La verità è che il tuo video populista, che parla alla pancia della gente, di analisi ne ha fatta molto poca. La verità è che conviene a tutti avere un colpevole che si chiama Puglia che nel 2023 ha negato il diritto di vacanza agli italiani. L’analisi giusta è che l’inflazione al 10% da più di un anno e le bollette di luce e gas più che raddoppiate, così come le rate dei mutui, hanno rosicchiato il potere di acquisto delle famiglie italiane. I tuoi amici milanesi non vengono più in Puglia, ma non vanno neanche più sul lago di Garda, perché chi ha due stipendi a fine anno si è ritrovato con cinquemila euro in meno che erano i soldi della vacanza estiva, indipendentemente dalla regione in cui andassero. A luglio e agosto manca in Puglia, come in Sicilia e in Sardegna, il turismo degli italiani, perché l’inflazione ci ha impoveriti e perché nel sistema Italia si è smesso di pompare liquidità grazie al reddito di cittadinanza e al 110.

Cara Bettina, la colpa non è della Puglia. La colpa è dell’Italia che negli ultimi trent’anni ha inseguito modelli di sviluppo sbagliati, che ha fatto credere ai giovani che la Ferragni sia un modello da imitare, che da decenni non fa più politica industriale e che la politica energetica è stata inseguire la Germania nell’acquisto del gas russo in un paese dove abbiamo il sole e il vento. Bettina, la Puglia non ha bisogno di turisti come te che pretendono di affittare una casa per sei mesi al prezzo di una settimana e che vogliono cenare in una delle piazze dei borghi più belli d’Italia con 25 euro, ma poi se vanno a Portofino – perché Cisternino non è da meno – 25 euro le pagano per uno spritz.

Bettina, viva la Puglia.

* imprenditore del turismo pugliese

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