Michele De Gasperis, 54enne dipendente di Atm, la partecipata che gestisce il trasporto pubblico di Milano, è stato licenziato tre volte e per tre volte reintegrato dopo aver denunciato alcune pratiche illegali portate avanti da colleghi e superiori. L’ultimo rientro al lavoro è stato ordinato il 20 agosto dalla giudice Francesca Saioni, che ha accolto il ricorso cautelare d’urgenza presentato dal lavoratore, definendo i provvedimenti disciplinari emessi nei suoi confronti illegittimi e infondati, basati su prove insufficienti o contraddittorie.

La vicenda è iniziata nel 2018, quando De Gasperis aveva segnalato il fenomeno dei “biglietti clonati“, con il quale vari dipendenti Atm guadagnavano sulla vendita illegale di tagliandi, causando tra l’altro importanti perdite all’azienda. L’uomo aveva denunciato la vicenda ai vertici i quali però non avevano preso nessun provvedimento, secondo De Gasperis perché complici della stessa dinamica. Il lavoratore era stato quindi prima sospeso e poi destituito, ma in seguito aveva ottenuto la reintegrazione e il risarcimento vincendo la prima causa. Successivamente però è stato sottoposto a due ulteriori procedimenti disciplinari, entrambi – almeno finora – conclusi vittoriosamente. Il Tribunale ha riconosciuto che De Gasperis ha affrontato un grave disagio economico e piscologico a causa della durata della controversia.

“Si tratta del primo provvedimento cautelare d’urgenza reso a favore di un whistleblower (chi denuncia condotte illecite nelle aziende o nella pubblica amministrazione, ndr) in Italia, segno di una nuova sensibilità emersa, oltre che nella legislazione, anche nella giurisprudenza“, ha commentato a MilanoToday Domenico Tambasco, difensore di De Gasperis.

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