La dirigenza nazionale di Alternative für Deutschland, il partito di ultra-destra tedesco che continua a crescere nei sondaggi prendendo posizioni sempre più estremiste, è a sua volta preoccupata dall’eccessivo estremismo dell’organizzazione giovanile del partito, la Ja – Junge Alternative. Il paradosso viene raccontato dai media tedeschi Wdr e Ndr, che riportano in esclusiva una corrispondenza interna alla stessa AfD. Dalle carte emerge la frattura tra i leader di partito – in questo momento alla guida dell’AfD ci sono Tino Chrupalla e Alice Weidel – che considerano troppo di estrema destra il braccio giovanile. A sua volta la Ja attacca la leadership, accusata ad esempio di accettare la criminalizzazione di ogni critica alla politica migratoria.
Eppure, AfD sta vivendo una nuova stagione di crescita dei consensi – ora secondo alcuni sondaggi è il secondo partito nel Paese dopo la Cdu, con una quota di voti teorici intorno al 2o per cento – proprio grazie a posizioni sempre più estremiste. L’esponente emergente Maximilian Krah, candidato di punta per il partito alle elezioni europee del prossimo anno, non crede nell’avvicinamento al centro. Capofila della cosiddetta ala etnonazionalista del partito, Krah ha descritto il Pride Month come “disgustoso“, propone di deportare i migranti e infarcisce i suoi discorsi con allusioni suprematiste e complottistiche. “Siamo sempre più chiari in quello che vogliamo e pensiamo. Abbiamo uno stile di comunicazione più trumpiano“, ha affermato.
Eppure nelle sue posizioni la Junge Alternative riesce a superare anche l’ultra-destra. Ad esempio, per i giovani di Afd non si può infatti rinunciare a usare termini come “violenza importata” o “accoltellatori” quando si critica l’immigrazione, perché questa comunicazione fa “parte dell’essenza del marchio di Afd e di Ja”. Il caso che ha fatto scattare lo scontro interno al partito è quello di Anna Leisten, dirigente nazionale di Ja e leader dei giovani del partito in Brandeburgo. Leisten è sotto accusa per l’uso ripetuto di espressioni e simboli di estrema destra: da gesti riconducibili al “White Power” suprematista all’organizzazione di eventi di sport da combattimento con nomi come “Campo di addestramento Fronte Orientale 2025”. Il comitato esecutivo federale di AfD ha chiesto che Leisten lasci le sue posizioni, ma lei ha replicato sostenendo che i giovani di AfD in Brandeburgo sia necessario difendersi dalla violenza di migranti e attacchi dell’estrema sinistra, anche se non c’è alcuna intenzione violenta di “diventare un’organizzazione paramilitare militante o qualcosa del genere”. L’Ufficio per la protezione della costituzione del Brandeburgo, però, ha un’altra idea, e ha classificato proprio a luglio la Junge Alternative del Land come conclamata forza di estrema destra.
Molti esponenti dell’AfD anche a livello nazionale, d’altronde, sono monitorati anche dai servizi tedeschi. Il capo dell’intelligence interna Thomas Haldenwang ha accusato i partecipanti all’ultimo Congresso a Magdeburgo di diffondere “teorie cospiratorie di destra, inclusa quella della grande sostituzione”, secondo cui le élite cercano di sostituire i bianchi europei con popolazioni non caucasiche. L’allarme è esacerbato dalle elezioni europee fra nove mesi e quelle dell’autunno del prossimo anno nei Land orientali di Brandeburgo, Sassonia e Turingia, dove l’AfD viaggia nei sondaggi, con dieci punti in più che nella media nazionale.