Il boom di sbarchi e gli arrivi da record provocano il primo scontro frontale tra governo e opposizione dopo la pausa estiva in cui entrambi gli schieramenti hanno messo quasi il silenziatore. Casus belli è il provvedimento che l’esecutivo ha preso nei confronti della Sea-Eye 4, che – una volta ormeggiata a Salerno dove ha fatto scendere 114 persone salvate nel Mediterraneo – ha ricevuto una multa e il fermo amministrativo. Da qui la presa di posizione della segretaria del Pd Elly Schlein: “Ricevere una multa e un fermo per aver salvato più vite umane di quelle ‘autorizzate’: il decreto del governo Meloni costituisce il reato di solidarietà“. Alla leader democratica risponde la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che decide di difendersi sui social: “Reato di solidarietà? Facciamo applicare leggi e principi che esistono da sempre in ogni Stato: non è consentito agevolare l’immigrazione illegale e favorire, direttamente o indirettamente, la tratta di esseri umani”. “Solidarietà è fermare i viaggi della speranza e le morti in mare – aggiunge la premier -. Perché contribuire ad arricchire chi organizza la tratta degli esseri umani non ha nulla a che fare con le parole solidarietà e umanità“. E l’obiezione della capa del governo che si difende dicendo che applica solo le leggi, Schlein controreplica che “il problema è proprio la legge disumana che hanno fatto e che ha l’unico scopo di rendere difficile salvare le vite in mare”. “Le Ong sono multate perché hanno salvato troppe persone in mare – continua – cosa dovevano fare con le altre, lasciarle annegare? Le Ong stanno solo sopperendo alla mancanza di una missione europea, una Mare nostrum europea che il Pd sta chiedendo mentre il governo a Bruxelles è muto“.

Cos’è successo oggi, quindi? Qual è la miccia che ha fatto confrontarsi a distanza le due leader? Alla Sea-Eye 4 viene contestato di aver salvato i 114 naufraghi poi sbarcati a Salerno nel corso di tre distinte operazioni di salvataggio nelle zone Sar di Libia e Malta. “Se non lo avessimo fatto, le persone avrebbero perso la vita”, afferma Gorden Isler, presidente di Sea-Eye. “Le persone soccorse tra il 17 e il 18 agosto – sottolinea la ong – avevano già trascorso fino a 5 giorni in mare. Nessuna delle tre imbarcazioni è riuscita a raggiungere da sola un luogo sicuro. Sulla terza imbarcazione, ritrovata dalla Sea-Eye 4 il 18 agosto, quattro persone erano prive di sensi”.

Il provvedimento di fermo deciso dal governo segue il codice di condotta per le ong contenuto nel decreto Cutro approvato a febbraio e voluto dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, prevede appunto che le ong possono effettuare una sola operazione di salvataggio. Nei giorni scorsi, però, come raccontato da ilfattoquotidiano.it, il governo ha dovuto di fatto coordinare le navi delle organizzazioni non governative di fronte al boom di partenze. Le stesse autorità italiane hanno consentito e guidati diversi salvataggi multipli, esattamente quelli che il governo ha vietato. Il caso più eclatante quello della Ocean Viking della SOS Méditerranée che ha infatti effettuato ben 15 operazioni di salvataggio consecutive, portando in salvo 623 naufraghi. Più operazioni di salvataggio consecutive quindi vanno bene se coordinate delle autorità italiane, mentre violano le norme se sono iniziative indipendenti.

Da qui parte l’attacco di Schlein. “Ci dicano: quelle persone in pericolo andavano forse abbandonate in mare? Il paradosso è che sempre più spesso è la Guardia Costiera italiana a richiedere il loro intervento di supporto: in una missione precedente Open Arms si è trovata a effettuare 7 operazioni di soccorso nella stessa giornata, nell’ultimo mese hanno salvato 734 persone e fornito assistenza ad altre 540 sempre sotto coordinamento della Guardia Costiera italiana. Ma oggi quella nave, cui le stesse autorità italiane hanno chiesto supporto per i salvataggi, viene fermata per venti giorni per effetto del decreto approvato dal governo Meloni”, sottolinea ancora la leader del Pd. Le ong – continua – “stanno solo sopperendo alla grave assenza di una missione istituzionale Ue. E in Europa il governo muto”. “Non credo ci sia altro da aggiungere di fronte ad un governo che ritiene una colpa salvare vite e non un dovere morale. Forse solo una parola: disumano. La solidarietà non è reato”.

Per la Sea-Eye è il secondo fermo per la loro imbarcazione quest’anno, mentre martedì era toccato alla spagnola Open Arms e lunedì alla nave Aurora di Sea-Watch. “Allo stesso tempo – sottolinea Sea Eye – solo quest’anno sono morte più di 2.100 persone nel tentativo di attraversare il Mediterraneo per cercare protezione in Europa”. “È importante tenere presente che questa legge è stata scritta esclusivamente per le organizzazioni di soccorso in mare. È contraria al diritto internazionale, che obbliga un capitano a soccorrere le persone in pericolo in mare”, afferma Gorden Isler. Secondo l’ong, “le organizzazioni di soccorso in mare come Sea-Eye si troveranno così ripetutamente nella situazione di dover decidere se trattenere le proprie navi e tornare indietro dopo la prima operazione di salvataggio, oppure non lasciare morire nessuno e accettare così la perdita delle proprie navi”.

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