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Stupro di gruppo a Palermo, la “soluzione” di Roccella: “Basta porno per i minorenni”. Mentre Salvini rilancia la castrazione chimica

“Il caso di Palermo è stato lampante: c’è una sfida educativa che dobbiamo vincere e che richiede anche un intervento sul controllo della fruizione del porno da parte dei minori”. È questa la soluzione immaginata da Eugenia Roccella, ministra della Famiglia, della natalità e delle pari opportunità, contro episodi come quello avvenuto nel capoluogo siciliano, dove sette ragazzi (tra cui un minore) sono stati arrestati per stupro di gruppo ai danni di una 19enne. Roccella conferma di star “preparando una campagna nelle scuole” in occasione del 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne, insieme al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara: il progetto dovrebbe consistere nell’incontro degli studenti con alcune vittime di abusi. Ma la “sfida educativa”, dice l’ultra-cattolica esponente di FdI al meeting di Comunione e liberazione, “richiede forse anche altri strumenti“, tra i quali, appunto, immagina una sorta di censura per impedire ai minorenni di acccedere ai video pornografici. Come funzionerebbe, però, non è (ancora) dato saperlo.

La violenza di Palermo dà anche l’occasione a Matteo Salvini, vicepremier e leader della Lega, di rilanciare un argomento che da sempre sta a cuore alla destra: la cosiddetta “castrazione chimica” per gli stupratori. “Porteremo avanti in Parlamento il disegno di legge della Lega sulla castrazione chimica, chiedendo di calendarizzarlo in commissione per votare e approvare al più presto una proposta di buonsenso”, promette il ministro delle Infrastrutture. “Se stupri una donna o un bambino hai evidentemente un problema: la condanna in carcere non basta, meriti di essere curato. Punto”. Punti di vista, quelli degli esponenti di governo, a cui ha risposto indirettamente lo scrittore Roberto Alajmo con un’intervista al Fatto: “Mi pare che tutto sia filtrato dall’esasperazione. Ci sono più forcaioli che ragionatori. Vedo reazioni isteriche, con inviti, anche di insospettabili, alla castrazione. Questo non aiuta. Mi permetto di dire che la cultura della forca è la stessa che porta allo stupro. Dobbiamo piuttosto ragionare su un piano di giustizia certa, una pena sicura più che severa”, ha detto.