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I sosia, la pista della bomba e il cambio di quota: cosa sappiamo dello schianto in cui è morto Prigozhin

Il 21 agosto un video pubblicato sui canali vicino al Gruppo Wagner lo dava ancora in Africa, mostrandolo entusiasta a servizio della Russia. Solo due giorni dopo il capo dei mercenari Yevgeny Prigozhin sarebbe rientrato dal continente e precipitato a bordo del suo Embraer E35 Legacy 600, a solo 12 minuti dal decollo da uno degli aeroporti di Mosca, diretto a San Pietroburgo. Ma quale è stata la dinamica dell’incidente e che cosa sappiamo finora? Il sito per il tracciamento dei voli Flightradar24 scrive che prima di scomparire dai radar, il jet ha cambiato bruscamente più volte di altitudine. Da 28mila piedi, scrive il sito, l’aereo è sceso bruscamente, prima di riprendere quota e portarsi ad un massimo di 30.100 piedi. Poi è sceso all’improvviso a 27.500 piedi per poi risalire nuovamente a 29.300 piedi. Infine ha ridotto nuovamente l’altitudine fino a 19.725 piedi, quando è scomparso dai radar.

L’agenzia statale Ria Novosti riferisce intanto che una parte della coda del velivolo, un Embraer Legacy, è stata trovata circa a tre chilometri e mezzo dallo schianto alle porte del villaggio di Kuzhenkino, a pochi metri dalla casa di un residente. Un altro frammento era stato trovato in precedenza a circa due chilometri dal punto dell’impatto al suolo. Al di là del tracciato del velivolo, dalle immagini emerge che è precipitato quasi in linea verticale e si notano vari fori che potrebbero essere la prova del fatto che sia stato colpito e abbattuto dalla contraerea russa, come hanno scritto anche i canali Telegram più vicini alla Wagner. Intanto il telefono cellulare di Prigozhin è stato trovato vicino a una delle vittime dell’incidente aereo.

L’inchiesta e l’ipotesi della bomba a bordo – Intanto Rosaviatsia, l’Agenzia federale del trasporto aereo russo, ha aperto un’inchiesta sullo schianto ma gli inquirenti russi che indagano stanno seguendo la pista della bomba. L’esplosivo sarebbe stato sistemato nel vano del carrello di atterraggio dell’aereo, scrive il canale Telegram Shot, citando fonti della sicurezza. L’esplosione ha colpito l’ala che è andata a finire contro lo stabilizzatore dell’aereo, provocando un brusco innalzamento di quota e poi la discesa a spirale. Ad aver tradito Prigozhin sarebbe stato Artem Stepanov, il suo pilota personale ed ex azionista della Mnt-Aero, la compagnia aerea proprietaria dell’aereo che si è schiantato ieri nella regione di Tver. Stepanov sarebbe ricercato dalla polizia, scrive un altro canale Telegram di solito bene informato sulle vicende legate alle agenzie di sicurezza, VChK OGPU, e sarebbe fuggito nella Kamchatka prima della tragedia aerea. Da tre giorni risulta sconnesso. Neanche gli altri due proprietari della Mnt-Aero, Olga Gubareva e Kirill Shcherbakov, sono raggiungibili.

Fonti della Difesa di Londra, interpellate dalla Bbc, ritengono invece che sia stata “probabilmente” l’Fsb ad abbattere il jet. Si ritiene che ora questo “probabilmente” rafforzi la posizione del ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, e del capo di Stato Maggiore delle Forze Armate, Valery Gerasimov.

Le ore passate in attesa di conferme – Ieri, però, lo schianto ha fatto insorgere il giallo sulla presenza o meno del mercenario a bordo dell’aereo precipitato: l’ufficialità è arrivata soltanto in serata dalla tv statale Russia 24, che ha confermato la sua presenza a bordo del jet precipitato. Prima dell’annuncio, circolavano diverse ricostruzioni sui canali Telegram russi sul fatto che un altro jet di proprietà di Prigozhin fosse invece regolarmente atterrato a Mosca. A confondere le acque anche l’ipotesi comparsa il mese scorso sul New York Times che si servisse di sosia per confondere le tracce dei suoi movimenti. Una possibilità di cui si è parlato a seguito del tentato golpe, visto che il leder della Wagner era stato dato in Bielorussia dove però, pare non sia mai andato dopo il 24 giugno.

Nonostante la sua morte sia certa, restano comunque da chiarire molti punti. Per il portavoce del governo francese, Olivier Véran, ci sono dei “dubbi ragionevoli” sulle “condizioni” dello schianto aereo e, a una domanda sul se sia d’accordo con quanto detto dal presidente Usa Joe Biden, e cioè che “non accade molto in Russia senza che ci sia dietro Putin“, ha dichiarato di essere d’accordo “per principio”.