Un operaio georgiano di 33 anni è ricoverato in gravissime condizioni nel reparto di rianimazione dell’ospedale Santa Chiara di Trento dopo che ieri un colpo di calore lo ha ridotto in fin di vita. Come racconta il quotidiano l’Adige, l’uomo ha iniziato a sentirsi male verso le 15 mentre stava smontando i ponteggi di un cantiere in via Rovigo, a Riva del Garda, insieme ad altri colleghi. La temperatura era attorno ai 38 gradi con un tasso di umidità dell’82%, per cui i gradi percepiti erano oltre 40.

Sul tema è intervenuto il Movimento 5 Stelle che, per voce del consigliere della Provincia di Trento ha espresso “la massima solidarietà all’operaio”. “Quello che è accaduto – si legge in una nota – non trova giustificazione alcuna. I lavoratori non possono essere sfruttati fino all’esaurimento delle forze, per poi essere rimpiazzati. Ci sono dei limiti alle condizioni nelle quali è possibile operare in sicurezza e vanno rispettati”.
“Purtroppo – continua ancora il testo – abbiamo buone ragioni per credere che il caso di Riva non sia unico nel suo genere. Di norma non si dovrebbe lavorare in ambienti nei quali le temperature al chiuso superino i 28° centigradi, con umidità fuori dal range del 40-60%, mentre per quanto riguarda il lavoro all’aperto bisogna tener conto della tipologia di lavoro e delle caratteristiche di umidità dell’aria, temperatura, insolazione e ventilazione. Di fatto appare chiaro come i valori registrati ieri a Riva fossero fuori dal range nel quale era opportuno lavorare all’aperto, ragion per cui il malore dell’operaio risulta essere la conseguenza prevista e prevedibile delle condizioni di lavoro stesse”.
Marini ha depositato un’interrogazione urgente al Consiglio provinciale, chiedendo di riferire su quali controlli siano stati effettuati sulle condizioni di lavoro in Provincia e come si intenda procedere in futuro a tutela di chi esercita la propria attività in condizioni climatiche estreme.
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