Cronaca

“Tatuaggi di ispirazione nazista”, bagnino 64enne allontanato dalla piscina a Bressanone. Lui: “Ora mi tatuo Che Guevara”

Un bagnino di 64 anni, dipendente della Security Srl di Rovereto, è stato allontanato dal centro acquatico Acquarena di Bressanone dove lavorava già da sette anni, a causa di alcuni tatuaggi ritenuti di ispirazione nazista. L’uomo, intervistato dal Corriere del Trentino assicura: “Andarmene è stata una scelta mia”. I tatuaggi che ha in mostra, spiega, “non sono nuovi, è una vita che li ho. Non capisco perché, dopo sette anni che lavoro lì, gli hanno dato tutta questa importanza”.

“Non guardo il colore della pelle”, prosegue, “questi tatuaggi rappresentano idee mie che non devo giustificare a nessuno. Non sono razzista. Non ho mai espresso nessun pensiero contro nessuno. Anzi, ultimamente in piscina ho salvato due pakistani: se fossi stato un razzista li avrei lasciati annegare”. Uno dei simboli in questione raffigura una luna rovesciata, che, garantisce, “non significa niente”. L’altro “risale alla guerra di Crimea”. A sollevare problemi, racconta al Corriere, sarebbe stato un architetto direttore di un club, che si sarebbe recato “da un signore che lavora lì da 25 anni mostrandogli sul telefono le foto dei miei tatuaggi. Questo è venuto da me e ho capito subito. Volevano sospendermi un giorno. Ho risposto: me ne vado io. Sono le 20 e alle 23.30 ho il treno per Caorle, non c’è nessun problema”. Il 64enne è infatti già impegnato sul nuovo posto di lavoro nella località veneta, ma si dice amareggiato: “Mi dispiace per le persone che l’hanno presa male. Per evitare di surriscaldare la temperatura sul posto di lavoro ho preso una decisione: me ne vado. Se ho offeso qualcuno me ne scuso, non volevo offendere nessuno né con i miei tatuaggi né con i miei modi”, spiega.

Un nonno comunista, l’altro fascista, “battitore”, racconta, “ma con lui non ho avuto tanto a che fare. Però intorno ai 16-17 anni, erano gli anni ‘70, o eri rosso o eri nero, dovevi fare parte di un gruppo. E io mi sono innamorato dell’idea di essere un po’ di destra. Tutto qui, non ho mai partecipato a nessun convegno politico e non mi sono mai iscritto a un partito. Sono sempre stato calmo per i fatti miei”. Ora indossa una fascia per coprirli, “per evitare altri casini”, dice, ma dei tatuaggi non è pentito: “Anzi: ne faccio un altro. Ma di sinistra: mi tatuo Che Guevara”.