Tiene ancora banco la vicenda di Roberto Vannacci. È lo stesso generale mercoledì a riaccendere le polemiche in un video nel quale parla della pallavolista Paola Egonu: “Quando vedo una persona che ha la pelle scura non la identifico immediatamente come appartenente all’etnia italiana non perché sono razzista ma perché da 8mila anni l’italiano stereotipato è bianco”. Un’affermazione non nuova al generale dell’Esercito, che già nel suo libro ‘Il mondo al contrario’ ha scritto: “Anche se Paola Egonu è italiana di cittadinanza, è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità”. Un concetto ribadito nella sua intervista a Tv play. Forse casualmente nella stessa giornata, a fare da contraltare alle parole di Vannacci, ci pensa il cardinale Matteo Zuppi che, ricordando don Minzoni, ripete che “il fascismo è disprezzo dell’altro e del diverso“.
Vannacci, nella sua video-intervista, dice anche: “Se si va in Papua Nuova Guinea e si chiede di disegnare una persona italiana la disegnano a con la pelle bianca“. Il generale su Egonu, attualmente impegnata con la Nazionale agli Europei, afferma: “Non solo è bravissima, ma è anche molto intelligente perché non si è lamentata. E’ giustissimo che giochi con l’Italia. Quando vedo una persona con la pelle scura non la identifico subito come italiana. L’italiano da 8mila anni è identificato con la pelle bianca. Se vede una persona dalla pelle scura non pensa ad un italiano. Ciò non toglie che possa essere italiano. Anche su Wikipedia viene specificato che Egonu sia nata da genitori nigeriani”. Vannacci si esprime pure sul giocatore del Cagliari Jakub Jankto, uno dei primi calciatori a essersi dichiarato omosessuale. “Mi interessa solo che si gareggi con persone dello stesso sesso biologico. Non ho niente da ridire sul caso Jantko perché, da maschio, va a competere con dei maschi. Non conosco Jantko, se è bravo è giusto che giochi in Serie A”.
Non c’è nessun riferimento diretto al generale nel discorso del cardinale Zuppi, ma durante la messa ad Argenta – nel centenario del martirio di don Giovanni Minzoni – arriva l’affondo. “Don Minzoni è stato ucciso dalla violenza fascista e dalle complicità pavide di chi non la contrastò. Fascismo, che assume colori diversi, sistemi e burocrazie di ogni totalitarismo e diversi apparati, significa il disprezzo dell’altro e del diverso, l’intolleranza, il pregiudizio che annienta il nemico, il razzismo raffinato o rozzo che sia, la violenza fisica che inizia sempre in quella verbale e nell’incapacità a dialogare con chi la pensa diversamente”.