Uno scambio di provette all’ospedale Spaziani di Frosinone è costato ad una donna un intervento invasivo dal decorso lungo e doloroso di cui non avrebbe avuto bisogno. La provetta contenente il materiale per la biopsia è stata scambiata con quella di un’altra paziente e così i medici le hanno diagnosticato un tumore maligno al seno da operare con urgenza, in quanto la neoplasia risultava già in espansione in tutto il corpo. La protagonista della vicenda aveva sì un carcinoma, ma non in stadio avanzato e per lei una tale operazione non sarebbe stata assolutamente necessaria.
Come riportato dal Corriere della Sera, l’errore è stato scoperto quando, analizzando il tessuto mammario asportato, il cancro è risultato molto meno grave rispetto a quanto precedentemente creduto dai medici. L’inutile intervento ha modificato pesantemente il corpo della donna, “con effetti devastanti sul piano psicologico”, si legge nella sentenza di condanna nei confronti della Asl. “La paziente è stata sottoposta ad un intervento chirurgico più invasivo, sulla scorta della diagnosi di una forma tumorale maligna”, scrivono i giudici. La Asl dovrà ora corrispondere alla donna una somma di 11.500 euro per il danno biologico e altri 1.500 per il consenso informato, oltre al pagamento delle spese legali.