Due giorni, 48 ore di tempo per lasciare il Paese. È l’ultimatum imposto dal regime militare del Niger, che lo scorso 26 luglio ha preso il potere con un colpo di Stato, all’ambasciatore francese Sylvain Itte. Di fronte “al rifiuto dell’ambasciatore francese a Niamey di rispondere all’invito” del ministero “per un colloquio” oggi “e ad altre azioni del governo francese contrarie agli interessi del Niger”, ha dichiarato in un comunicato il ministero degli Esteri del Niger, le autorità “hanno deciso di ritirare la loro approvazione al signor Sylvain Itte e di chiedergli di lasciare il territorio nigerino entro quarantotto ore”, si legge nel comunicato stampa. Ma da Parigi arriva la risposta inequivocabile del Quai d’Orsay, ovvero il ministero degli Esteri: “I golpisti non hanno l’autorità” per chiedere l’allontanamento dell’ambasciatore di Francia, si legge in una nota.

Intanto il generale nigerino Abdourahmane Tchiani, ex capo della Guardia presidenziale al potere dal golpe (foto), ha autorizzato le autorità di Burkina Faso e Mali, entrambi con i militari al potere, a intervenire militarmente nel territorio nigerino “in caso di aggressione”. Secondo un comunicato congiunto diffuso nelle ultime ore, i tra Paesi hanno concordato di “concedersi reciprocamente agevolazioni per l’assistenza in materia di difesa e sicurezza in caso di aggressione o attacco terroristico“.

Niger, Burkina Faso e Mali hanno deciso di stabilire un quadro di consultazioni che consenta il coordinamento per “far fronte alle varie situazioni e sfide a cui sono esposti”, un’opzione “aperta ai Paesi che desiderino partecipare a questa dinamica”. Tutto dopo che l’Ecowas, la Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale, ha fatto sapere di aver deciso un “D Day” per un intervento militare in Niger dopo il golpe contro il presidente Mohamed Bazoum.

Intanto il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha avuto un colloquio telefonico con il Ministro degli Affari Esteri e della comunità nazionale all’estero dell’Algeria, Ahmed Attaf. per discutere della situazione a Niamey. Tajani, fa sapere la Farnesina, ha espresso sostegno per una soluzione diplomatica e per il lavoro svolto in prima persona da Attaf in queste ore nella regione, indicando inoltre come sia necessario collaborare con tutti i partner regionali per giungere a un risultato positivo in tempi brevi, anche alla luce degli ultimi sviluppi. “La crisi in Niger e l’instabilità del Sahel saranno temi di discussione anche a Toledo, in occasione della riunione informale dei Ministri degli Esteri UE della prossima settimana” ha concluso Tajani, aggiungendo che ”continuerà a parlare del tema e del ruolo in prima fila dell’Italia nei contatti dei prossimi giorni con i principali partner internazionali “.

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