C’è un prete che da tanto combatte, da solo come dice la mamma di Fortuna Loffredo abusata e uccisa da un pedofilo del parco Verde di Caivano, contro il degrado anche umano che consuma le giovanissime vite dei bambini e degli adolescenti del quartiere napoletano che in questi giorni ha prodotto la terribile storia delle cuginette stuprate e filmate da un branco. “Stamattina ho scritto alla premier Giorgia Meloni invitandola qui da noi” racconta ai microfoni il prete, parroco del Parco Verde di Caivano, da sempre impegnato in prima fila contro la camorra e l’inquinamento della Terra dei fuochi. “Siamo pronti ad accoglierla – sottolinea il sacerdote – non bisogna lasciare soli i bambini di questo quartiere”. Perché queste giovanissime vite vengono massacrate da altre giovanissime vite. “È un “clima di morte e di deserto”.

Padre Maurizio Patriciello guarda le strade dalla sua chiesa. Sull’ennesima brutta pagina, sullo stupro subìto dalle due piccole, “oggi nessuno vuole parlare, per paura. Quando costruirono il Parco Verde fu realizzato anche il centro sportivo che doveva essere utilizzato proprio dai piccoli di questa zona. Che fine ha fatto? Un mese fa un ragazzo è morto dentro per overdose, è abbandonato, è diventato una pattumiera. La struttura è del Comune. Il Comune cosa ha fatto? – racconta all’Ansa – qui non ci sono servizi sociali, non ci sono vigili urbani, non c’è una fermata del bus. Non c’è niente. Se ci fossero stati forse qualcosa si poteva evitare. Qui nessuno ha la bacchetta magica, nessuno – aggiunge – ma c’è una parola magica che è ‘insieme’. Se insieme, con grande umiltà, senza che gli uni gettino stracci agli altri, ci chiediamo cosa è successo, forse possiamo fare qualcosa. Altrimenti, come sempre, resteranno solo le chiacchiere”.

“Se dovesse essere vero il coinvolgimento di alcuni figli di esponenti della camorra la cosa non mi stupirebbe, qui però non si tratta di uno stupro commesso da adulti, il dramma in questa vicenda è che sono tutti bambini, vittime e carnefici – dice all’Adnkronos il parroco – . Questa è una cosa diversa da uno stupro commesso da adulti perché se è vero che le bambine saranno segnate a vite, lo saranno anche i maschi, che sono bambini anche loro. Io sono parroco della gente di qui, e oltre a essere indignato, soffro e mi sento male: per questo mi chiedo se la nostra riflessione debba fermarsi ai bambini o pensare ai genitori. Vediamo che dove la famiglia è più fragile lì i problemi che emergono sono più grandi e ci tirano in ballo tutti quanti. Penso che tutti dovrebbero mettersi insieme per capire cosa fare. Noi per quello che possiamo ci siamo. Se lo Stato fosse più presente sarebbe bello”. Ed è per questo che il sacerdote aspetta la premier.

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