Sui social spopola la nuova challenge che consiste nel rompere le uova in faccia ai figli, ma gli esperti avvertono sui rischi fisici ed emotivi di questa pratica
Ci risiamo. Un’ennesima, nuova, challenge travolge la quotidianità di numerose famiglie italiane e di tutto il mondo. Arriva dall’America il fenomeno chiamato “egg crack challenge”, una vera e propria sfida virale a caccia di like e visualizzazioni. Gli ingredienti non sono nient’altro che uno smartphone, un uovo crudo e la presenza di genitore e figlio. La challenge prevede che mentre si è alle prese in cucina con la preparazione di ricette, il genitore spacchi uova crude in fronte ai propri figli. Un fenomeno che ha incontrato la disapprovazione di numerosi TikToker i quali pensano sia un vero e proprio atto di bullismo nei confronti dei bambini. A tal proposito anche la categoria dei pediatri ha dovuto prendere una posizione, mettendo in guardia i genitori da questa sfida. Ai microfoni di NBC la dottoressa Meghan Martin ha messo in allerta sui rischi di tutto ciò: “È vergognoso è molto pericoloso. Stiamo letteralmente dando loro la salmonella in fronte perché il virus può entrare nel corpo in vari modi e l’uovo (come si vede nel video) può gocciolare negli occhi”. Non solo: questo trend potrebbe creare anche dei traumi nel minore impegnato in tale attività. “Ho provato a rompermi un uovo sulla fronte per provare a capire cosa potessero vivere quei poveri bambini. Voglio dire a tutti quei genitori che mettono in pratica questo trend che fa molto male a livello fisico perché l’impatto è forte e coglie di sorpresa il bambino, che potrebbe chiudersi in se stesso”, ha spiegato la terapista pediatrica Amanda Mathers al Daily Star. Video che, stando ai commenti presenti sotto le challenge, potrebbero istigare alla violenza. Non è la prima volta che TikTok finisce al centro di discussioni e polemiche circa sfide alquanto bizzarre e pericolose, che possono portare addirittura a problemi fisici e alla morte. La vera sfida, in questo caso, è proprio quella di evitarle. Eppure…