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Pietro Storti nella bufera per la canzone sulla “bambina”: “Inneggia allo stupro”. Lui cancella tutto e si ‘scusa’, poi rilancia: “Gli sciacalli siete voi”

"Io voglio la sua amica/non sa le tabelline/deve andare ancora in prima/di viso è un 10, aggiungici un 2000" sono alcuni versi della canzone incriminata. Dopo le numerose condanne il creator ha rimosso la clip ma non ha fatto passi indietro: "Se i vostri figli commettono errori la colpa è vostra, di come li educate, non mia"

di Francesco Canino

Altro giro, altra polemica social. Questa volta nel mirino è finito Pietro Storti, creator da 600mila follower solo su TikTok e figlio di Bebo Storti, attore e comico ultrapopolare soprattutto grazie ai personaggi che metteva in scena a Mai dire Gol con la Gialappa’s Band (su tutti, il Conte Uguccione). La fiammata di notorietà a Storti jr. non l’ha data la creazione di un personaggio ma un video che lo ha letteralmente travolto di polemiche. E non poteva essere altrimenti visto che tutto è partito dalla parodia di una canzone, La gattina di Artie 5ive, i cui versi sono stati bollati da diversi utenti come una “sponda” alla cultura dello stupro. Ognuno può trarre le proprie conclusioni leggendo il testo: “E lei è vecchia, vecchita/io voglio la sua amica/non sa le tabelline/ deve andare ancora in prima/di viso è un 10, aggiungici un 2000/fa gugu-gaga quando tocco una bambina, la bambina, la bambina…”.

Insomma, gli ingredienti perché scoppiasse una prevedibile diatriba c’erano tutti. Polemica che ha contribuito ad alimentare i numeri delle visualizzazioni del video, poi cancellato dal profilo del tiktoker (ma ancora presente, visto che in moltissimi lo hanno condiviso). Troppo tardi, comunque, per evitare commenti e accuse, come quella dell’influencer RoccoTnl, che su Instagram ha scritto: “La cultura dello stupro è anche questa, voler nascondersi dietro l’ironia. In quale contesto dovrebbe divertire il voler farsi una bambina di 13 anni?”. Dello stesso avviso anche un altro creator, Francesco Alioto: “Non mi sciocca Pietro Storti, perché tanto abbiamo già visto contenuti misogini, ma mi sorprende che mezzo milione di utenti hanno apprezzato un contenuto del genere, che non si rendono conto che è un contenuto che promuove la cultura della violenza. […] Parlo con te, Pietro: tra amici si fanno battute con black humour, con umorismo spinto: dovresti sapere che ogni parola ha un valore diverso nel contesto in cui viene detta. Se la tua voce ha un’influenza così grande su alcune persone che sono piccole oggi, devi stare attento a quello che dici. Le tue parole stanno banalizzando un modo di pensare che vede le donne oggettificate”. Tra i commenti, c’è anche quello della cantante Ariete, che ha scritto: “Vi toglierei tutti i follower che avete mannaggia fate silenzio piuttosto”.

Pietro Storti si è subito difeso sottolineando la natura ironica del video ma a quel punto la polemica gli è letteralmente esplosa tra le mani e così, alcune ore fa, ha pubblicato un video in cui ha rilanciato la sua versione dei fatti senza arretrare di un passo. “Sono stato molto criticato per le mie parodie e sono quasi tutte donne a criticarmi. Le frasi che ho sentito dire di più sono: ‘Ti permetti di scherzare in un momento del genere?’. È questo il problema: fa già capire quanto poco vi interessa della questione. Volete sfruttare il momento per far parlare, per i numeri. Siete voi gli sciacalli, non io. Mi si dice che non devo scherzare su questi temi perché incito i giovanissimi a prendere esempio da me. Da me? I ragazzi che mi seguono lo sanno che sto scherzando. Per tutti i 50enni che hanno commentato, se i vostri figli commettono errori la colpa è vostra, di come li educate, non mia. Il resto sono solo parodie: c’è davvero da argomentare su una battuta nel 2023?”. E poi ancora: “Un messaggio per i moralisti? Consolateli, hanno perso una discussione in 1000 vs 1”.

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