Carlos Santana, leggenda della chitarra, durante un concerto all’Hard Rock Hotel & Casino di Atlantic City ha sentito il bisogno di fare al pubblico un discorso dal sapore fortemente transfobico: “Quando Dio ci ha creati sapevamo chi e cosa eravamo…”, ha detto, concludendo poi con una frase che non lascia spazio ad interpretazioni: “Un uomo è un uomo e una donna è una donna”. Le parole, pronunciate lo scorso mese luglio, sono diventate virali sui social solo in questi giorni, suscitando la reazione indignata di tanti attivisti Lgbt, tanto da costringere lo stesso musicista a ritrattare le sue dichiarazioni e chiedere scusa pubblicamente. “Sono dispiaciuto per l’insensibilità delle mie parole – ha scritto Santana -. Non riflettono il fatto che intendo onorare e rispettare tutti gli ideali e tutte le convinzioni. Comprendo che quel che ho detto ha offeso delle persone, non era mia intenzione farlo. Mi scuso sinceramente con la comunità transgender e con chiunque io abbia offeso”.
Ma mentre Santana già si scusava il leader della Lega Matteo Salvini ha sentito l’esigenza di intervenire con un post sui suoi canali social per sottoscrivere le parole del chitarrista: “Applausi a Carlos Santana, uno tra i più grandi chitarristi al mondo – ha scritto Salvini -. Musicista straordinario, nelle ultime ore è sotto attacco da parte dei soliti sinistri e politicamente corretti perché, durante un concerto, ha osato ricordare che “una donna è una donna, e un uomo è un uomo”. Ognuno è libero di amare chi vuole, come vuole e quanto vuole, ognuno è libero di essere eterosessuale, omosessuale, transessuale o altro, ma questo non può cancellare il diritto di opinione, pensiero e parola, da sempre un pilastro fondante delle società democratiche e moderne. Viva la libertà, sempre e ovunque”.