Ci siamo immersi nella cultura e nella tradizione salentina per assaporare fino in fondo le emozioni e la bellissima energia che circonda il Festival della Taranta. Nella fattispecie la serata finale, che si è tenuta a Melpignano ieri 26 agosto. Quello che si percepisce fin da subito è la grande attesa che precede una serata che, in realtà, è un vero e proprio rito collettivo, molto sentito specialmente in Puglia e a cui hanno preso parte – assicura l’organizzazione – 200.000 persone dalle 17 alle 4 del mattino. Un fiume di gente ha riempito il piccolo comune in provincia di Lecce, con code di macchine e pullman che procedevano a passo d’uomo. Un’organizzazione ingente che ha coinvolto ovviamente non solo gli artisti sul palco, ma tutto un entourage di persone che hanno garantito uno spettacolo all’altezza delle aspettative. Le prove generali che si sono tenute il giorno precedente – venerdì 25 – hanno fatto sì che potessero essere apportati alcuni miglioramenti. Unica pecca: il backstage affollato, forse troppo. Ma veniamo allo show: dalla camicia di Tananai alla grinta di Arisa, ecco cos’è accaduto.
IL RACCONTO DELLA SERATA – LA SCELTA DI TANANAI – Ore 22:30 prende il via la serata, guidata da Fiorella Mannoia. La scaletta non differisce troppo da quella delle prove generali. L’energia, se possibile, è ancora più forte. In particolare Tananai (per il quale Mannoia ha speso parole d’elogio, sottolineandone la professionalità) è sembrato in gran forma. Oltre ad un accenno allo struggente brano sanremese “Tango”, il giovane cantante si è cimentato con brani in dialetto. A colpire, inoltre, è stato l’outfit scelto, volto a tenere accesa la luce sulla tematica della violenza sulle donne: sopra ad una maglietta nera ecco una camicia aperta che, nel lato posteriore, riporta a caratteri cubitali la seguente scritta: “Adesso basta, nessun’altra”. Il colore scelto è il rosso, lo stesso con cui Tananai si è colorato sotto l’occhio. Un gesto che sarebbe stato sempre importante, ma che lo è ancora di più in questi giorni in cui la cronaca dei vergognosi fatti di Palermo ha addolorato un intero Paese. Mannoia lo ha ringraziato per il gesto, affermando: “Grazie. Te lo dico a nome di tutte noi”, ha affermato. Proprio lei che, già nei giorni scorsi, si era espressa facendo riferimento diretto allo stupro avvenuti nel capoluogo siciliano. Più tardi la maestra concertatrice è tornata sull’argomento, ma toccandolo appena: “L’amore dev’essere condiviso, consenziente. L’amore è stare bene insieme, desiderarsi l’un l’altro. Niente più”.
ARISA FA COMMUOVERE E BALLARE, PESA L’ASSENZA DI UN ARTISTA INTERNAZIONALE – È poi il momento di Arisa. La cantante, cresciuta in Basilicata, non è poi così lontana da quei suoni e da quelle tradizioni. Diverso, invece, il discorso per il dialetto: “La mia cultura è molto vicina a quella salentina. Per me è stato facile entrare nel mood sonoro, meno per il dialetto. Però in questo sono stata aiutata dai musicisti, ma anche dalle persone del posto. Spesso mi è capitato che qualcuno mi correggesse. Spero che arriverò preparata e degna”, le sue parole alla vigilia. L’effetto, però, non delude. Incanta e fa emozionare quando accenna al ritornello de “La Notte”, il brano con cui arrivò seconda al Festival di Sanremo 2012. Poi coinvolge il pubblico cantando “Ferma Zitella” e indossando un vestito sensuale che le dona particolarmente e che impreziosisce ulteriormente una performance già brillante. Neanche qualche problema tecnico con il microfono può interferire negativamente: “Stiamo faticando per voi. Un momentino”, grida al pubblico da dietro le quinte, in attesa di tornare sul palco. Questa volta si scatena e fa ballare sulle note di “Lu Rusciu De Lu Mare”, in cui balla insieme ai professionisti. Gran finale tutti insieme, per concludere con il 26esimo ed ultimo brano. Presente anche Brunori Sas, che ha cantato “Lule Lule” e “Aremu”, con grinta e coinvolgimento. Da sottolineare, inoltre, la bravura di Consuelo Alfieri, cantante dell’orchestra protagonista della serata con musica e canto dal vivo. Pesa, invece, l’assenza di un artista internazionale. Sebbene la maestra concertatrice abbia detto ai giornalisti di non averne sentito il bisogno, si è poi sbottonata affermando che, sognando, le sarebbe piaciuto avere Sting. E chissà che non sia stato chiamato…